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Le 3 cose che devi sapere sull’esame di Terza Media 2018

La scuola italiana è gattopardesca, viene riformata sempre (nei dettagli) ma non cambia mai (nella sostanza).

Dell’esame “di terza media” avevo scritto in L’Esame di Terza Media: breve guida per genitori e ragazzi ma il mio post è superato, come notavo qui.

Il nuovo esame di secondaria di primo grado, previsto dal decreto attuativo de “La Buona Scuola” non comporta rivoluzioni ma contiene varie piccole novità che è bene conoscere; sono in vigore già da quest’anno scolastico (2017/18) e dunque rilevanti per chi fa la scuola media e sta in terza.

Di seguito, per i genitori e gli studenti interessati, spiego in sintesi le novità, in un ordine logico che è anche cronologico.

Tre gli aspetti da considerare: 1. I requisiti di ammissione all’esame; 2. La struttura dell’esame (prove scritte e prove orali); 3. I criteri di valutazione (ossia, come viene deciso il voto finale). Pronti? Procediamo con ordine.

1. I requisiti di ammissione

Sono ammessi all’esame gli studenti che, innanzitutto, abbiano sostenuto le prove INVALSI nel mese di Aprile. Questa è una delle novità più rilevanti. Le prove INVALSI non concorrono più alla determinazione del voto finale d’esame, ma rimangono requisito obbligatorio. In altre parole, non fanno parte dell’esame e non fanno media, ma sono obbligatorie per l’allievo che debba poi sostenere l’esame. La logica di questa decisione è che le prove INVALSI servono a giudicare il sistema di istruzione e non il singolo allievo (ricordo che INVALSI sta per “Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema d’Istruzione”, che è un ente sottoposto alla vigilanza del MIUR…).

Sempre sulle prove INVALSI c’è un’altra novità, a mio parere anche più incisiva della precedente: viene introdotta una prova di inglese. L’introduzione dell’inglese si propone la finalità di certificare, in convenzione con enti certificatori accreditati, le abilità di comprensione e uso della lingua inglese in linea con il Quadro Comune di Riferimento Europeo per le lingue.

Servirà mai a far capire ai nostri governanti che è necessario rivoluzionare il sistema di apprendimento delle lingue straniere moderne nella scuola italiana? Che è necessario cominciare presto e usare un metodo naturale, comunicativo e “immersivo”, l’unico che, sin dalla notte dei tempi, ha sempre funzionato?

Io lo spero.

Quasi mi sfuggiva un altro piccolo aspetto: le prove saranno “computer based”. Siamo sicuri che ci siano le strutture informatiche adatte in tutte le scuole d’Italia?

Oltre all’aver sostenuto le prove INVALSI, altro requisito per l’ammissione all’esame è la frequenza: per essere ammessi bisogna aver frequentato almeno tre quarti del monte ore annuale. In realtà ci sono due precisazioni: il computo delle ore è diverso per quegli studenti che già hanno, per qualche motivo, un “monte ore annuo personalizzato” autorizzato preventivamente (ad esempio per via di sport a livello agonistico) e prevede eventuali motivate deroghe per gli studenti che siano stati assenti per malattie gravi e certificate.

Nulla è cambiato, invece, per gli alunni con disabilità (che hanno diritto al PEI, Piano Educativo Individualizzato) e per chi ha esigenze didattiche particolari per via di disturbi dell’apprendimento (come con dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia) e ha bisogno di un Piano didattico personalizzato (PDP) e ciò si riverbera anche sull’esame.

Il voto di ammissione va espresso sulla base del percorso scolastico triennale effettuato da ciascuno allievo, nel rispetto dei criteri e delle modalità definiti dal collegio dei docenti e inseriti nel PTOF.  Per gli alunni privatisti non può essere previsto alcun voto di ammissione all’esame. Per loro l’ammissione è automatica a condizione che posseggano i requisiti di età.

Una grande novità in merito al voto di ammissione è che si può essere ammessi anche con insufficienze, anche se, in questo caso, la decisione dovrà essere definita dal consiglio di classe con adeguata motivazione.

Cambia anche la valutazione del comportamento nell’ammissione all’esame. Se in precedenza un voto inferiore a sei decimi nel comportamento avrebbe comportato la non ammissione all’esame, ora la valutazione del comportamento viene espressa in forma sintetica e non più in decimi e non comporta, quindi, effetti sull’ammissione all’esame.

Come si può capire, la sostanza è all’esame di terza media saranno in pratica ammessi quasi tutti e, come spiegherò tra poco, anche in sede di valutazione delle prove le bocciature saranno più difficili e dunque più rare. A dirla in parole semplici: l’esame di Terza Media è diventato più facile.

2. Le prove d’esame: scritti e orali

Il nuovo esame prevede 3 prove scritte (che diventano 4 se le lingue straniere studiate sono due…) e una orale. Le prove scritte sono:

  • italiano;
  • matematica;
  • lingue (si articola in due sezioni, una per ciascuna delle lingue straniere studiate).

Per le (purtroppo pochissime) scuole medie ad indirizzo musicale, nell’ambito del colloquio è previsto anche lo svolgimento di una prova pratica di strumento.

Il colloquio orale è volto ad accertare le competenze trasversali acquisite dagli allievi, con particolare attenzione alla capacità di argomentazione, di risoluzione di problemi, di pensiero critico e riflessivo, nonché il livello di padronanza delle competenze di cittadinanza.

Per quanto riguarda l’esame degli alunni con disabilità, nessuna sostanziale innovazione. Gli alunni disabili potranno usare le attrezzature tecniche e gli ausili di cui si sono avvalsi in corso d’anno e avranno prove differenziate in base alle potenzialità e ai livelli di apprendimento. Per chi ha un disturbo specifico di apprendimento, invece, è previsto un tempo maggiore per l’espletamento delle prove e la possibilità di avvalersi di apparecchiature e strumenti informatici (ad esempio registratori, calcolatrici o i programmi di videoscrittura con correttore ortografico).

Ma come avviene, invece, il colloquio orale? Qui si esce dalla disciplina normativa e si entra nella prassi. Ogni scuola fa storia a sé. Tesine, mappe mentali per collegare le materie, presentazione in powerpoint o colloquio libero? Le prassi sono le più varie.

Una novità importante riguarda la Commissione d’esame: ora è tutta interna! A presiedere gli esami sarà lo stesso dirigente scolastico dell’istituto in cui si svolgo gli esami. Niente più presidente esterno (l’unico che poteva, in teoria, garantire un minimo di obiettività nella valutazione). Ovviamente questa novità è tutta all’insegna del risparmio.

3. La valutazione

Il voto finale è dato dalla media tra il voto di ammissione (idoneità) e la media delle prove d’esame. Per questo motivo, il peso valutativo dell’esame è molto contenuto, consentendo una maggiore valorizzazione del percorso scolastico e delle prestazioni dell’ultimo anno di corso. Le bocciature, del resto, saranno molto più rare, come ho scritto qui. L’esame si intende superato se l’alunno consegue una votazione complessiva di almeno 6/10. La Commissione potrà deliberare, con votazione unanime, l’attribuzione della lode. Anche per la lode si terrà conto non solo delle prove d’esame ma dell’intero percorso scolastico del triennio.

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