consigli e risorse per essere cosmopoliti

Il quarto anno di liceo negli USA…e poi?

Sono pur sempre una minoranza ma qualcuno lo fa: intendo dire studenti liceali italiani che scelgono di trascorrere il quarto anno del corso di studi all’estero.

Per chi se la sente è un’esperienza importante, coinvolgente e che cambia la vita. Informazioni sull’organizzazione e sui costi le ho fornite nel post Anno scolastico all’estero per gli studenti dei licei: come funziona.

Qualcuno, più ardimentoso, tenta anche di rimanere, magari per conseguire l’esame finale di scuola superiore nel paese ospitante.

Ma come regolarsi, poi, con l’accesso all’università?

Il diploma americano è riconosciuto in Italia?

Il quesito specifico mi arriva dai genitori di Giulia (chiamiamola così, ma non è il suo vero nome), una studentessa di un liceo romano, che sta preparando la sua partenza per gli Stati Uniti, dove andrebbe a fare il senior year (ossia l’ultimo anno di scuola per il sistema americano). E’ un esperienza che feci anche io, tanti anni fa, ma solo per una porzione di anno. Giulia, invece, vorrebbe rimanere, diplomarsi lì e proseguire con l’università negli Stati Uniti (ma pensa anche all’Inghilterra).  Scegliere di fare un’università all’estero non è semplice, come si è già scritto.

Per Giulia  si aprono varie possibilità: i genitori sarebbero contrari all’università negli Stati Uniti (per i costi astronomici, ma anche perché, per entrare in una università americana delle migliori bisogna raggiungere un punteggio altissimo di SAT… e se non riuscisse ad ottenerlo?). Sono quindi favorevoli al percorso universitario in Inghilterra o in un altro paese europeo ma, soprattutto, non vorrebbero neanche che le si chiudessero le porte dell’università italiana (perché nella vita non si sa mai). In fondo –  argomentano, non senza ragioni – Giulia è giovane e potrebbe cambiare idea.

Con che titolo uscirebbe dalla scuola americana?  A quali università potrebbe accedere? Ma, soprattutto, un anno è abbastanza per guadagnare tutti i titoli, i punteggi e i crediti per poi studiare quello che vorrà?

Il riconoscimento dei titoli americani in Italia

La normativa per l’accesso all’Università italiana con titoli esteri è cambiata tantissime volte. Ora sembra essersi “stabilizzata”.

In particolare, con riferimento agli studenti delle scuole superiori che ogni anno programmano il loro anno all’estero o più di un anno all’estero per completare la scuola superiore in un altro Paese e conseguire il diploma vi sono due importanti novità:

  • sono validi in Italia per l’iscrizione all’università i diplomi rilasciati da altri Paesi a patto che essi siano stati conseguiti dopo minimo 12 anni di scolarità e dopo almeno 2 anni di scuola superiore frequentati all’estero. Non sono pertanto validi titoli conseguiti frequentando solo l’ultimo anno all’estero di scuola superiore.
  • questa disposizione si applica a tutti i diplomi esteri, anche a quello di high school americana, al diploma IB, al diploma A level inglese.

In particolare i requisiti, per chi segue la scuola americana, sono o di aver fatto complessivamente dodici anni di scolarità e aver preso il diploma americano, oppure, se gli anni sono 11 (come accade a chi va a seguire il quarto anno all’estero e si vuole diplomare in anticipo), serve il diploma americano e 3 Advance Placement o AP (per chi non sapesse di cosa parlo la spiegazione è più sotto).

Queste, comunque, le fonti di tali informazioni, che invito a consultare direttamente: il sito Study In Italy. Il sito del  CIMEA,Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche.

Ma ne vale la pena? L’High School Diploma e gli Advance Placement

Si è detto che lo studente italiano deve quindi conseguire non solo lo High School diploma, passando il test SAT, ma anche 3 AP se vuole mantenere la possibilità di studiare in Italia (e in Europa).

L’AP è un esame di certificazione delle competenze in una materia, rivolto agli studenti di high school, che consente di acquisire crediti per l’università quando sono ancora al liceo. Sostenere un AP non è una cosa che si improvvisa, e i posti sono limitati, normalmente riservati ai migliori di una data scuola (eccezioni, ovviamente, sono sempre possibili). Ad esempio, fare un AP di biologia richiede che si siano passate molte ore in laboratorio nella classe di Honors Biology.

A complicare la questione s’è il fatto che non tutte le high school americane offrono corsi AP. Ci sono tre motivi perché possono non farlo. Alcune ritengono che AP sia gestito da una agenzia privata (collegeboard) e quindi non opportuno per motivi ideologici (pochi a dire la verità), Altre high school non hanno le risorse (qui sono le scuole in quartieri svantaggiati). Terzo, alcune scuole ritengono di offrire corsi ancora più sfidanti degli AP.

Per quanto riguarda il desiderio di continuare in una università americana, bisogna tener conto di alcuni elementi di contesto.

  1. Lo studente di liceo italiano che va all’estero è per reddito e formazione mediamente più “bravo”, sia rispetto agli altri studenti italiani sia a quelli USA;
  2. Lo studente del quarto anno verrà catapultato, molto probabilmente, al quarto e ultimo anno in una scuola pubblica americana, la cui qualità varia in base allo Stato, alla città e al quartiere in cui si vive;
  3. I migliori studenti si trovano nelle scuole private e nei corsi AP e Honors delle pubbliche, dove però per essere ammessi bisogna avere dei requisiti e non c’è posto per tutti.

Il rischio, anzi la certezza, è che lo studente italiano appena atterrato finisca in una classe standard (non Honor) del quarto anno, dove a dicembre lo studente medio americano ha già mandato tutto il materiale per l’ammissione al College e il cui risultato sarà noto a marzo. Il livello di rilassatezza è quindi molto alto in queste classi standard del quarto anno di High School. Le classi standard del quarto anno sono popolati dalla coda bassa della distribuzione di abilità e di motivazione della popolazione studentesca.

Lo studente medio italiano che fa? Va in America per imparare l’inglese, pensa di essere in vacanza, frequenta i corsi standard durante l’anno in America, se la prende comoda e se la gode, tornando a casa con la convizione che i corsi sono facili e gli studenti americani poco svegli. Non si è reso conto, invece, che gli studenti svegli non sono nelle classi che frequenta lui.

Quindi il consiglio operativo, per chi voglia andare negli USA cogliendone il meglio, è:

  • iniziare a prenotarsi per il SAT o l’ACT da subito, in modo da averli pronti per la deadline dell’application al college che cade tra metà dicembre e metà gennaio (ci sono scadenze anticipate per i cd early decision o early action in cui l’ammissione è comunicata a metà novembre).
  • chiedere alla high school prescelta da subito a quali corsi AP ci si può iscrivere (se la domanda deve essere presentata a maggio è meglio saperlo per quando si arriva a metà agosto), quali sono i requisiti, se ci sono posti.

Siccome gli esami AP si fanno solo a maggio nell’arco di pochi giorni, gli studenti li fanno gli anni precedenti al quarto in modo da poterli inserire nell’application package. Pertanto anche con una serie di AP straordinaria, la probabilità di essere considerati per una top university è scarsa.

Gli Advance Placement online e la “virtual high school”

Gli AP possono essere sostenuti anche da homeschoolers, cioè ragazzi che studiano a casa con i genitori (fenomeno diffuso negli USA). Dunque si possono anche sostenere dall’Italia.

Distinguiamo chi gestisce i test da chi gestisce i corsi.

I test AP sono gestiti da collegeboard.org, cioè lo stesso Board che gestisce i SAT. Ci si deve prima registrare. Individuare i corsi e quindi quelli che vengono definiti AP coordinator. Loro indicheranno la scuola dove è possibile sostenere il test da privatista. Ad esempio a Roma questi possono essere sostenuti nelle scuole americane. Le date sono già note e contenute tutte nell’arco di 2 settimane. Non vi sono makeup exams, cioè perso il treno se ne parla l’anno successivo.

La preparazione può essere fatta:

  • In proprio (se si conosce il programma e si è abbastanza abituati a gestire situazioni del genere);
  • I corsi possono essere tenuti da scuole che hanno ottenuto la certificazione AP per insegnare specifici corsi. Ci sono scuole che hanno la certificazione per insegnare, ad esempio, biologia e chimica ma non fisica AP.  Non ci si improvvisa, se non per le lingue straniere e qualche altra materia vocazionale. (NB: In UK, che sono seri, non tutti gli AP hanno lo stesso peso ai fini dei punti UCAS, alcuni infatti valgono la metà, perchè il carico di lavoro è inferiore. In Italia, non ho visto una distinzione del genere, per cui 3 AP, qualunque essi siano, vanno bene).
  • La terza possibilità è quella di seguire i corsi online da scuole virtuali. Di queste scuole virtuali ve ne sono di due categorie. Quelle gestite da università e rivolte a ragazzini precoci in cui per essere ammessi bisogna sostenere dei test prima di una certa età (Duke University, Stanford, Johns Hopkins e Northwestern sono i principali istituti, ma ve ne son anche altri). Accanto a queste, vi sono scuole virtuali sostenute in qualche modo dagli Stati in quanto servono a integrare l’offerta formativa delle scuole locali ovvero a sostituirsi completamente in alcuni casi.  A queste si affiancano anche istituti e organizzazioni for profit. In questi casi l’ammissione è più libera, e i corsi sono strutturati secondo gli standard fissati da collegeboard.org. Ad esempio  thevhscollaborative.org, con base in Massachusetts. Ve ne sono altre e il web è fonte inesauribile, se usato con giudizio.

 

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