Educazione Globale

Un film da vedere con bambini e ragazzi

Mentre scrivo questo post, in tutte le sale d’Italia, si può vedere (o rivedere) un piccolo gioiello degli anni ’40, opportunamente restaurato nel video e, soprattutto, nel sonoro (il sonoro di cattiva qualità, pieno di rimbombi e di fruscii, guasta la visione moderna di molti film d’epoca).

Noi l’abbiamo visto in inglese con i sottotitoli in italiano, il pubblico rideva di gusto (e noi pure) e, sui titoli di coda, è scattato un caloroso applauso, come se fossimo stati a teatro.

To be or not to be?

E’ intitolato “Vogliamo Vivere!” ed è stato girato nel 1941. Titolo originale “To be or not to be”? E, se il titolo inglese suona familiare, è perché, oltre alla citazione shakespeariana, è anche il titolo del remake del film, fatto da Mel Brooks nel 1983.

Ma di che parla questo film? E perché vederlo con bambini e ragazzi (o bambine e ragazze, ovviamente!)? La trama del film ruota attorno ad una compagnia teatrale polacca che vorrebbe allestire una satira antinazista ma viene bloccata, prima dalla censura, poi dall’invasione e dall’occupazione della Polonia da parte di Hitler. Di questa compagnia teatrale fanno parte Maria (l’attrice Carole Lombard, vera icona della commedia anni ’40) e suo marito Joseph (Jack Benny).

Nel film, il tenente Sobinski, spasimante di Maria, parte per arruolarsi nella resistenza ma torna a Varsavia con la notizia che una pericolosa spia va individuata e fermata prima che sia troppo tardi. E’ qui che inizia una serie rocambolesca di travestimenti e di scambi di persona, sempre più incalzanti grazie ai quali Maria e Joseph riusciranno a fermare la spia. “Vogliamo Vivere!” è una commedia divertente girata, come “Il Grande Dittatore” di Chaplin, in pieno nazismo. Come Chaplin, anche Lubitsch ha poi dichiarato che non avrebbe girato il film se avesse saputo quanto accadeva nei campi di sterminio. Sarebbe stato un peccato perché non avremmo questo film perfetto (del resto in quegli anni si parlava di Lubitsch touch ossia del tocco alla Lubitsch come sinonimo sofisticata ironia).

Il film, neanche a dirlo, è una feroce satira del nazismo. Non dico di più sulla trama per non rovinarne la visione, né dico di più sull’interpretazione perché lascio questo compito a chi le recensioni le fa di mestiere e che, certamente, ne sa più di me. Io posso solo dire che sono di parte: Ernst Lubitsch, il regista di questo film, è uno dei miei registi preferiti. Suo è il film “il cielo può attendere”, del 1943, un altro film delizioso, che ho visto grazie a mia madre, grande appassionata di cinema.

Ma veniamo alla seconda domanda:  perché vederlo con bambini e ragazzi? Preciso innanzitutto che le giovani spettatrici che ho portato al cinema (e che hanno gradito!) hanno, rispettivamente, 9, 11 e 12 anni (per inciso, una era un’amica di mia figlia) e quindi è un film che mi sento di consigliare a bambini dagli 8-9 anni in su.

Allora, perché vederlo con bambini e ragazzi?. Anzitutto perché è un film divertente, pieno di trovate e di colpi di scena, puntellati dal gioco tra realtà e finzione, la finzione teatrale in cui gli attori mettono in scena Shakespeare, (e posso assicurare che qualsiasi bambino uscirà dal cinema ripetendo la più famosa battuta di Shakespeare: “essere o non essere… “) e la realtà dell’epoca, ossia il nazismo.

E’ però un divertimento raffinato, il che non è poco. La difficoltà, per un genitore, è che quando i bambini si stufano dei cartoni animati, non è semplice trovare film adatti ai ragazzi che non contengano troppa violenza o troppa volgarità, del genere, ad esempio “Una notte al museo”. La commedia anni ’40 è invece perfetta per ogni età.

In secondo luogo, è un film da vedere con bambini e ragazzi perché è pieno di stimoli: è un perfetto meccanismo ad orologeria,  la recitazione è straordinaria, ogni inquadratura è studiata sin nei minimi particolari., ci sono riferimenti a Shakespeare e, soprattutto, una narrazione dell’assurdità nazista che può servire da spunto per vedere altri film o leggere altri libri. E’ un film di cui si possono fare tante letture diverse, via via più approfondite.

Dunque correte al cinema a vedere questa commedia sofisticata, prima che la tolgano e ci rifilino il solito “blockbuster”! Un consiglio, però: non dite ai vostri figli “vi porto a vedere un film bellissimo”. Dite loro: “oggi mi accompagni al cinema perché c’è un film che mi piacerebbe vedere”.  La produzione cinematografica è ormai così omologata che l’effetto – aspettativa potrebbe deludere. Bambini e ragazzi si aspettano spesso un divertimento preconfezionato che ha lo stile ricorrente della comicità demenziale, e non certo un film d’epoca in bianco e nero, sia pure da morire dal ridere.

Infine, spero vivamente che l’operazione di restauro e di riproposizione di questo film sia un piccolo successo e che sia il preludio per la rivisitazione di altri classici degli anni ’40, da Hitchcock ad Howard Hawkes, da Billy Wilder a King Vidor, da George Cukor a Frank Capra a Joseph Mankiewicz (ho dimenticato qualcuno? Di sicuro si). Sarebbe bello poter vedere questi classici in quella bellissima esperienza collettiva che è il Cinema… Buona visione!

 

 

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