consigli e risorse per essere cosmopoliti

Scrittura Creativa per bambini. Prima puntata

Alcuni anni fa, parlando con altre persone appassionate di didattica ho scoperto il mondo dei manuali che aiutano i bambini nelle diverse materie (come supplemento all’attività svolta a scuola o come homeschooling) o a sviluppare determinate capacità.

 

I manuali per bambini in Italia

Anche in Italia esistono libri e manuali che solitamente si chiamano “Giochiamo con i numeri!” o, anche, “Vado in terza”, oppure “Matematica per le vacanze”, oppure, ancora, “Le mie prime parole” o titoli simili. Però, diciamoci la verità, che si tratti di bambini piccoli o di ragazzi grandi, in Italia siamo al neolitico. L’ultima cosa innovativa era il libro “Grammatica della fantasia” di Gianni Rodari, poi più nulla.

Nella pur graziosa e colorata produzione di editoria per l’infanzia, in Italia si propinano ai bambini in età prescolare manuali di bella calligrafia (del tipo: “disegna tutte ELLE e colora le caramelle”), libretti di matematica che chiedono al bambino di colorare gli insiemi di gelati alla fragola o al limone. Oppure ci sono storielle in stampatello, leziose come certi film d’amore degli anni ’50. I titoli di queste storie sono del genere “topolina e passerotto mangian pezzi di biscotto”, “il folletto e la gattina si rincorrono in cucina” oppure, ancora, “gigina e gigetto puliscono il caminetto”… avete presente il genere?

No? Beh, forse perché i vostri bambini sono piccoli non vi sono mai capitati questi preziosi testi; io, vi assicuro che ne ho le scatole piene!).

Ovviamente ci sono dei bei libri con finalità educative (ad esempio, per chi ama la musica, ad esempio, quello di Paola Pacetti, Il violino del signor Stradivari, ma, in generale, la manualistica per bambini del genere “libri per fare” non è soddisfacente.

 

Un manuale inglese di scrittura creativa per bambini

I libri del mondo anglosassone sono, invece, roba seria. Un tema, in particolare, aveva colto la mia attenzione: i manuali di scrittura creativa per bambini.

Ma cosa è la scrittura creativa? A mio parere l’aggettivo ha sempre stonato: non è che si diventa creativi a comando; la scrittura creativa non è altro che una tecnica per apprendere i trucchi del “mestiere di scrivere”. Le prime tecniche di scrittura sono state raccolte e insegnate a chi volesse scrivere di ‘fiction’ ossia di narrativa, ma, ormai, per adulti ci sono corsi di scrittura creativa anche per la scrittura giornalistica ad alto livello (ossia al livello dell’Economist, del New Yorker e del New York Times, il meglio della scrittura giornalistica internazionale in lingua inglese).

Così, è più che normale che esistano ora corsi di scrittura creativa per bambini. Anzi, dirò di più, e vengo al punto, ormai la scrittura creativa (rectius: la tecnica di scrittura) in Inghilterra e in America si fa a scuola e prende varie denominazioni (creative writing, writing, writing workshop).

Di manuali ve ne sono a bizzeffe, per tutte le età e li potete trovare su Amazon o facendo qualche ricerca su google. Io normalmente attingo dalla scuola americana, che spesso è meno rigorosa di quella inglese ma più innovativa. Ma, dato il tema, (la scrittura), il primo manuale che mi è stato consigliato da un amico è uno study aid per la scuola inglese. Fa parte della serie AEtuition ed è dedicato alla scrittura creativa per bambini della scuola primaria.

AEtuition ha vari libri, tra cui una serie di 6 booklet di scrittura creativa utilizzati per passare un famoso test, l’Eleven plus (11 +), ormai in disuso in Inghilterra. Qui la storia sarebbe lunga e potete approfondirla su wikipedia, comunque l’Eleven plus è un esame somministrato ad alcuni studenti nel loro ultimo anno di scuola primaria, per l’ammissione ai vari tipi di scuola secondaria. Il nome deriva dalla fascia di età per l’ingresso: 11-12 anni. L’esame Eleven Plus un tempo (tra gli anni ’40 e gli anni ’60 del ‘900) veniva usato in tutto il Regno Unito quando c’era il sistema tripartito per slezionare i migliori che potevano accedere alle Grammar Schools dove un tempo si studiava Latino e Greco. Oggi le Grammar Schools  sono poche, ma quelle poche continuano a sfornare allievi che spesso riescono ad entrare a Oxford e Cambridge senza dover traghettare per forza da scuole private d’elite come Eton, Harrow e St. Paul’s. Insomma le Grammar Schools  sono l’ultimo bastione di un sistema elitario che però non passa solo per il censo ma soprattutto per il merito (parlo delle Grammar Schools pubbliche). Ma sul sistema scolastico inglese la chiudo qui, per non divagare troppo.

Così, insomma, con il mio booklet di creative writing alla mano e due quaderni nuovi di zecca mi sono presentata alle figlie una mattina d’estate, in un agosto torrido in cui, annoiate e petulanti, si stiracchiavano sul divano come due caramelle “mou” (ad un certo punto le ragazze diventano così, annoiate e petulanti).

Così sono iniziate le nostre sessioni di scrittura creativa in inglese (ma facilmente si potevano tenere in italiano, bastava tradurre i materiali ex ante…lo dico per tutti i genitori interessati alla scrittura in qualsivoglia lingua!).

Ma come si organizza un laboratorio casalingo di scrittura creativa? Ne parliamo nella seconda puntata

 

Se ti piace questo ‘post’ iscriviti ad educazioneglobale. Ti potrebbero anche interessare:

Comments

  1. quei manualetti sono molti utili e ben fatti. Sia gli inglesi sia gli americani usano distinguere quelli che a scuola chiamavamo temi in varie categorie: information (un testo che descrive chiaramente qualcosa, ad esempioi la battaglia di Hastings oppure come montare un televisore); persuasion (cioè un testo che serve a convincere qualcuno della bontà della propria idea, ad esempio, lettera al preside, al sindaco, al giornale, con l’uso della logica e dell’argomentazione etc.); essay (la cosa più vicina al ns tema, cioè si scrive dal proprio punto di vista su qualche argomento e ci si lascia andare a opinioni non necessariamente argomentate per convincere); fiction (storie inventate che hanno una struttura del tipo detective stories o thriller, eroi etc.). I manualetti in questione, che ho usato per mia figlia, si concentrano su come scrivere una storia, cioè fiction, in modo che siano interessanti per il lettore, siano coerenti nella struttura salvo poi abbattere la struttura stessa se lo si ritiene opportuno etc.. Spiegano teoria e pratica, con molti esempi ed esercizi su come scrivere il canovaccio di una storia e poi arricchirla di elementi essenziali e superflui che aumentino la vividezza del testo e suscitino l’interesse del lettore. L’utilità di questi manualetti non cambia anche se si è studenti universitari, magari cambia il grado di sofisticazione dei personaggi che si inventano, e possono essere usati anche dagli adulti. Senza stress per genitori e figli e con risultati concreti e visibili nonché duraturi, il corso può essere completato in 6 mesi. Tuttavia, richiede un interesse nella scrittura da parte del bambino, perché è una guida alla scrittura che può migliorare solo con la pratica, cioè scrivere. E si sa che si forza poi si ottiene l’effetto opposto.

    1. Francesco, solo un commento, anche nella scuola italiana ormai il vecchio “tema” non esiste più come tale ma si chiede agli alunni di comprendere, interpretare e anche scrivere testi di vario tipo (espositivi, narrativi, descrittivi, regolativi,ecc.). Questo lavoro si fa sin dalla scuola primaria. Resta il fatto che si scrive sempre troppo poco e si legge sempre troppo poco.
      Quale che sia la lingua, ho trovato che questi libretti sono utili (come dicevi tu sia a bambini, sia ad adulti) anche per guardare a ciò che si legge con occhio diverso e a spingere a capire cosa c’è dietro i meccanismi narrativi.

      1. certo, mi riferivo a “quelli che chiamavamo temi” oltre 20 anni fa. Non volevo dare giudizi sulla didattica della scrittura nella primaria di oggi.

      2. Cara Elisabetta il tema è molto intrigante ed ha interessato anche me di recente…ho raccolto un po’ di contatti proprio per organizzare laboratori di scrittura creativa a casa, per ragazzini di 10-12 anni… sentiamoci anche in privato perché la difficoltà che ho trovato è stata nel trovare il numero sufficiente di allievi!
        A presto
        Marina

  2. Elisabetta, aspetto con ansia la seconda parte …le scuola finisce mercoledi e mi piacerebbe organizzarlo quest estate per mia figlia ed una sua amichetta. GRAZIEEEEEEEE

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *