Educazione Globale

Vale la pena studiare il cinese?

Negli ultimi anni, il successo economico cinese sta spingendo molte persone ad interrogarsi sul ruolo che la Cina potrebbe avere nel futuro, se non altro per le sue dimensioni.

L’interesse per la Cina si estende alla sua lingua ufficiale (ma non certo l’unica): il cinese mandarino.

Il cinese mandarino è già la lingua più parlata al mondo (per numero di parlanti), seguita da spagnolo, inglese, hindi, portoghese, bengali, russo, giapponese, tedesco e cinese wu, più o meno in quest’ordine (trattandosi di stime dubitare è lecito!).

Pare che nel 2000 fossero poco più di due milioni i non cinesi che tentavano di imparare gli ideogrammi del mandarino mentre oggi sarebbero 50 milioni.

Non so dire se questi dati sono corretti, tuttavia ho sperimentato di persona che mentre le mamme italiane cercano di fare imparare (almeno) l’inglese ai propri figli, negli Stati Uniti, ma anche in tanti paesi europei, sta aumentando la richiesta di corsi di cinese mandarino, per adulti e bambini.

Ma quali sarebbero le ragioni per un italiano per imparare il cinese mandarino? Forse il motivo principale è che il cinese mandarino è la lingua più parlata nel mondo. Ovviamente su ciò incide la demografia cinese, ma per una grande parte dell’oriente il cinese è un po’ una ‘lingua franca’.

Tanto per fare un esempio della sua diffusione: le ricerche con google trends, il motore di google che permette di fare…ricerche sulle parole più ricercate del web (una manna per gli esperti di marketing, ma anche per i curiosi) possono essere fatte solo in due lingue. Indovinate quali lingue?

Ma sì, certo, in inglese o in cinese!

Il cinese è uno strumento utile per il lavoro. Detto in poche parole: il mercato cinese è sterminato, la Cina è la seconda potenza mondiale oggi ma supererà gli USA tra pochi anni e, come ben sanno gli economisti, è anche la Cina che sta comprando il debito dei Paesi europei. C’è anche una ragione al contrario: la Cina è una superpotenza capitalistica senza un regime democratico, il che, forse, rende le cose più interessanti, proprio perché c’è un aspetto inquietante e direi anche minaccioso per tutto l’occidente.

Rimane per alcuni la curiosità di studiare qualcosa di totalmente estraneo, lontano dalla cultura greco – latina del Mediterraneo e dall’occidente.

Per gli occidentali, da quanto ne so, il cinese è una lingua difficile. Ho avuto modo di sfogliare un corso introduttivo di cinese e ho trovato complicate – benché affascinanti – anche le pagine della premessa. Difficile è la pronuncia. Secondo quello che ho letto, ogni sillaba ha di solito 4 pronunce diverse, ed anche il significato cambia moltissimo se si sbaglia la pronuncia. I verbi, invece, pare siano facili perché non si coniuga. L’altro problema sono gli ideogrammi. Leggere e scrivere il cinese è un’impresa da titani.

Sia come sia, le scuole – anche non quelle di lingue – si attrezzano. A Roma c’è un liceo statale in cui si studia cinese come materia curriculare. E’ al Convitto Nazionale (Liceo Scientifico Internazionale con opzione Cinese http://www.convittonazionaleroma.com). A livello di scuola primaria, è stata introdotta la lingua cinese a Roma sempre al Convitto Nazionale e all’Istituto Marymount di via Nomentana.

Diversa la situazione in altre città. A Padova opera la Scuola internazionale italo cinese. A Prato, infine, per via della folta comunità cinese, aprirà una scuola primaria bilingue sino-italiana, l’Albero Saggio, che raggruppa la scuola per l’infanzia e la primaria con un’offerta formativa bilingue.

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