Chi intende approfittare di questo genere di vacanze per i propri figli è dunque invitato a muoversi (o è già in ritardo!) mentre i centri estivi italiani, quelli cittadini, intendo, si attivano molto più tardi; spesso solo a giugno e i campi residenziali in Italia intorno a maggio.
Per molti bambini di altre generazioni, dopo la scuola iniziava, per chi se la poteva permettere, una lunga l’estate al mare o in campagna con mamma casalinga, nonne, zie e cugini. Non la si chiamava vacanza ma villeggiatura, perché, appunto, si andava in villa, fuori città. Era un tempo di aria aperta, di bagni al mare o al lago, di chiacchiere, di gite in bicicletta, di letture pomeridiane quando fuori faceva caldo. Tre mesi di vacanza vera, ossia di “vuoto”. Le famiglie allargate garantivano la compagnia e l’indifferenza degli adulti assicurava la libertà. Anche chi non se lo poteva permettere aveva spesso magari un parente più facoltoso che accoglieva, forse a malincuore, i parenti nella propria villa.
E’ un mondo che non esiste più. Da generazioni tutto è cambiato. La famiglia è cambiata perché (grazie al cielo) tante donne lavorano (anche se, in Italia, mai abbastanza!).
Pero’ i tempi della scuola non coincidono con i tempi del lavoro (dei genitori) che, se tutto va bene, hanno un mesetto di vacanza, da spalmare su tutto l’anno.
Infatti la pausa estiva è ormai un evento che provoca emozioni divergenti. La scuola finisce, bambini e ragazzi esultano e i genitori (che lavorano) vengono presi da una peculiare e contraddittoria forma di horror vacui. Da un lato, infatti, il primo caldo e le giornate lunghe e luminose contengono in sé la promessa delle tanto agognate vacanze. Dall’altro, tuttavia, le ferie sono ancora lontane, giugno è pieno di lavoro, per non parlare del torrido luglio, ma cosa fare con bambini e ragazzi?
Come organizzarli e, soprattutto, come fare affinché questo periodo di spensieratezza sia anche un periodo costruttivo? Allora è inevitabile, quando finisce la scuola o l’asilo, che il bambino venga iscritto in un centro estivo o mandato in un centro residenziale a svolgere un’attività, variabile con l’età: tennis o basket, minivolley o inglese, arte o nuoto.
Prima che la tua casa diventi un campo di battaglia, bisogna ricordare che le vacanze scolastiche, se pianificate per tempo, possono diventare un momento importante per svolgere attività divertenti e formative e, forse, anche per favorire la crescita di un bambino come cittadino del mondo.
Infatti non tutto muta in peggio: ci sono anche aspetti positivi. Se c’è qualche buona ragione per essere genitori in questa epoca una di queste sono le vacanze: anche per chi non ha molte idee, né molto denaro, l’offerta di vacanze per bambini (da soli) o per famiglie (tutti insieme) è vastissima (ed è proprio testimoniata dalla quantità di brochure che ricevo).
Alberghi e campeggi dotati di attrezzature per neonati, villaggi con miniclub per i bambini, vacanze avventura o vacanze sportive per i più vivaci, vacanze con corsi di lingua o di arte, campeggi e vacanze in oratorio: insomma, l’offerta è vastissima.
La scelta è legata alla disponibilità di tempo e di denaro, alle inclinazioni individuali o di famiglia, all’età dei figli. Io ho sempre privilegiato quelle che possono favorire anche un arricchimento culturale e ampliare i propri orizzonti. Anche per le vacanze, infatti, vale il principio che alcune favoriscono una vera apertura mentale e un atteggiamento cosmopolita…mentre altre no, ma, magari, hanno il vantaggio di costare meno.
Qui sotto, tra i post consigliati, ve ne sono alcuni che parlano di vacanze estive, ma, nei prossimi tempi, ne pubblicherò altri, sui campi estivi sportivi, d’avventura e di volontariato… a prestissimo!
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