Ammettiamo che siate stati a Londra più volte. Magari tante volte. Avete visto l’abbazia di Westminster, siete stati sui famosi autobus rossi a due piani, siete stati alla Tate Gallery e alla Tate Modern, nonché al British Museum e al Victoria and Albert e avete fatto tutte le cose piu’ turistiche che si possono fare.
Nei vostri viaggi con bambini ci siete tornati con figli e li avete portati al Natural History Museum, al Science Museum e pure a fare un giro sul London Eye.
Avete passeggiato per i più famosi parchi, da Regent Park a Hyde Park, siete stati a Greenwich e ai Kensington Gardens e vi siete anche fatti la fila per vedere Madame Tussaud’s.
Se vi trovate in questa situazione, ricapitate a Londra perché avete iscritto bambini e ragazzi ad un summer camp e vi va di vedere o fare qualcosa di diverso, allora questo post è per voi.
Cose inusuali da fare a Londra
Insomma, è una guida alle cose – forse non originalissime – ma mediamente inusuali da fare a Londra, per evitare la folla del British Museum o lo shopping sfrenato delle orde di ragazzi su Oxford street.
Intanto procuratevi una guida della serie “London with kids” o “London with Children”. In passato ne ho acquistate molte, soprattutto inglesi (di Time Out, di Lonely Planet etc…), ma, negli ultimi anni, ho scoperto con sorpresa e grazie ad alcuni amici, che quella più chiara e aggiornata è la guida “Londra con bambini” della Mondadori, che potete acquistare cliccando qui.
Ecco, dunque, un po’ di posti da visitare, non del tutto ovvi
MUSEUM OF LONDON Questo museo “minore” è diventato il preferito di tutta la famiglia. Non è mai pieno e vi si imparano tantissime cose sulla città di Londra, specie se vi fate accompagnare dallo staff del museo per una, o più, delle tante mini-visite guidate, che potete comodamente seguire seduti su una sorta di sgabello leggerissimo da prendere nelle sale. Il Museo di Londra vi porta in giro per un viaggio indimenticabile nella storia del passato della città – da un periodo in cui i leoni vagavano per Trafalgar Square, al periodo del dominio romano, fino alla Londra medievale, vittoriana e, infine, moderna. Quasi tutto nel museo si può toccare ed è pieno di musiche, video e ricostruzioni della città. Le mie figlie amano particolarmente tutta la storia della peste bubbonica, narrata con molta enfasi. L’ingresso è gratuito, così come gli eventi familiari durante il fine settimana.
CORAM’S FIELDS Nel parco giochi di Coram’s Fields, con relativo children’s centre, tutto è gratuito. I più piccoli giocano, mentre i più grandicelli possono fare sport come tennis e pallavolo.
DIANA MEMORIAL PLAYGROUND E’ il parco giochi in memoria di Lady Diana. Si può entrare solo accompagnati da bambini (e non andateci il weekend…meglio un lunedi mattina!). Piace da zero a 12 anni…
MUSEUM OF LONDON DOCKLANDS Siamo stati un paio di volte allo spazio per bambini del Museum of London Docklands: c’era da divertirsi con l’acqua e quindi da portarsi un cambio. Il museo è meno bello del Museum of London: molto interattivo ed adatto ai bambini è, tuttavia, un po’ confuso. La parte migliore, almeno per noi, è stato lo storytelling di una guida (un po’ attrice un po’ musicista) che ha narrato ai bambini la storia del ponte di Londra nel 1600, coinvolgendo tutto il suo pubblico nel rivivere l’atmosfera della vita nell’epoca elisabettiana.
Canary Wharf è il cuore della finanza. Per lasciarsi dietro i turisti che affollano il British Museum o il Big Ben vale la pena farsi una passeggiata qui e passare dentro il Jubilee Park. Deve essere strano lavorarci: qui scendi dal tuo grattacielo e sei in una Londra che sembra new York, solo che ogni centimetro, interno o esterno è cosi curato che anche, per strada, sembra di stare in un albergo a cinque stelle. Ti aggiri sui docks tra ristorantini italiani e piccoli parchi con erba curata come quella di un campo da golf e piccole cascate artificiali, così onnipresenti che il rumore dell’acqua ti accompagna sempre e ti rimane nelle orecchie per tutta la giornata. Qui lavorano giovani uomini e donne di tutte le razze e le lingue, uniformati dallo stile del vestiario (abito nero, al massimo blu, stile city of London e, per gli uomini, onnipresenti camicie azzurre).
Il poliziotto locale gira come un forsennato e, unica trasgressione in mezzo a quest’ordine immacolato, fa fare il bagno al cane nella fontana con cascata.
Ogni parte del paesaggio è studiato, tra architettura moderna, forme e linee curve o spigolose e ogni area verde, è chiaramente studiata da un architetto di giardini.
Per rilassarsi tra una transazione finanziaria e l’altra – o forse per concludere affari importanti in un setting ludico – ci sono avvisi di partite di ping pong o concerti nelle aree verdi, pubblici e gratuiti. Insomma, il paradiso per chi lavora nella finanza.
RAINFOREST RESTAURANT Rainforest cafè and Restaurant 20 Shaftesbury Avenue, London, W1D 7EU. E’ una cosa super turistica: siete stati avvertiti. Noi non siamo mai riusciti a mangiarci per la gran folla, ma se state a Londra in un momento di bassa stagione e con bambini piccoli, andateci. E’ il più importante ristorante per famiglie, è un rifugio tropicale nel cuore del West End. E’ una giungla esotica che ricrea i luoghi e suoni della foresta pluviale con l’aiuto di incredibili effetti speciali e di animali animati (provare per credere!).
IMPERIAL WAR MUSEUM Ha da poco riaperto l’Imperial War Museum di Londra. E’ un Museo sulla prima e la seconda guerra mondiale, molto istruttivo per chi ha figli adolescenti o è appassionato di storia militare.
Ci sono carrarmati e rifugi antiaerei, postazioni che descrivono la vita in trincea, come si mette una maschera antigas, oppure la vita di una famiglia in guerra. Si puo’ imparare cosa mangiava la popolazione inglese in tempo di guerra, quando i cibi erano razionati e i ragazzi possono misurare la propria altezza e stabilire, così, se al tempo sarebbero stati mandati in guerra. E, ovviamente, tirare un sospiro di sollievo.
Il museo fa impressione, certo, ma direi che è istruttivo per tutti, in particolare per chi stia studiando o ristudiando la storia contemporanea (che sta nel programma di terza media, così come dell’ultimo anno di liceo). Particolarmente impressionanti le descrizioni degli effetti dei gas sulle persone.
Il piano sull’olocausto – che io ho scelto di non vedere – è vietato ai minori di 11 anni. Nella hall principale il relitto irriconoscibile e arruginito di una camionetta militare saltata su una bomba a Bagdhad, tanto per ricordare che per molti la guerra è il presente e non il passato…
QUEEN ELIZABETH OLIMPIC PARK. Il parco sta nel nuovo quartiere olimpico, costruito per le Olimpiadi del 2012. Ci si arriva con la central line fino a Stratford, nella zona 3.
Usciti dalla metropolitana ci si trova in uno shopping center, ma per chi gli shopping center li odia, vale la pena dire che questo non è una colata di cemento con negozi, bensì un camminamento che sembra uno shopping mall californiano, molto legno, tutto all’aperto, con bar e ristoranti, musica dal vivo, sdraio, aree gioco per i più piccoli.
C’è una scacchiera gigante (che potete vedere nella foto) dove giocare e piccoli playground per i toddlers annoiati dallo shopping.
Attraversato questo si arriva all’Olimpic Park.
Tralasciando la strana scultura simbolo che vorrebbe essere, forse, la tour eiffel locale, ossia la ArcelorMittal Orbit (che però ha una programmazione notturna per godersi il panorama dall’alto), il primo highlight sono gli schizzi d’acqua che partono da terra e dove frotte di bambini possono fare il bagno in costume (o vestiti, se non hanno freddo…).
I lampioni sono pale eoliche per generare luce e una costruzione moderna con il tetto ad onda è opera dell’architetto Zaha Habdid.
L’edificio moderno di cui parlo è la sede del London Acquatic Center, con 3 piscine per corsi di nuoto e nuoto libero per neonati, bambini, ragazzi e adulti.
Nel parco ci sono almeno tre zone gioco per bambini, con parete per arrampicata o con sabbia e acqua.
Ma la cosa più divertente è la parte sud del parco, con strutture di legno e corda per giocare a salire e lanciarsi in strane acrobazie; in un punto nascosto sono state riciclate le corde di un pianoforte.
Si tratta di tutti materiali naturali, assemblati in modo di creare un area giochi e avventura che va bene anche per ragazzi più grandi.
Nel parco vi sono piste ciclabili, fiori, camminamenti. tutto tenuto benissimo pulito e pieno di guardie per la security.
Qui, anche se siamo in periferia, stanno costruendo appartamenti che saranno venduti a 100.000 sterline per 100 metri quadri. Insomma, una periferia di lusso, con opere pubbliche ben pianificate, servizi e infrastrutture, scuole e un nuovo quartiere di uffici (the international quarter).
Chi è interessato all’architettura e alla pianificazione urbanistica, insomma, troverà molte cose interessanti, con il vantaggio di consentire a bambini e ragazzi di divertirsi.
Infine, poiché lo shopping non può mancare anche in una vacanza alternativa, partite con le valigie mezze vuote e comprate i vestiti per bambini, evitando le marche che si trovano ovunque (Zara, H&M). Andate invece da Marks and Spencer e prendete le loro divise per la scuola. Hanno prezzi buoni, sono eleganti e sono fatti in modo da non richiedere lo stiro. E, se volete veramente spendere poco, infilatevi dall’irlandese Primark: la collezione per adulti è fantasiosa sino al surreale, ma per i più piccoli si trovano tante cose carine.
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Buongiorno, e le mie scuse alla webmaster e a tutti, per avere atteso prima di scrivere. Gli è (come dicono i toscani) che non mi sono voluto limitare alla sistemazione alloggiativa, e vi propongo invece un piccolo resoconto della recente esperienza londinese, che data a pochi giorni fa e bene si può catalogare alla voce “Londra con bambini”.
I bambini in questione sono i due nostri baldi giovanotti, già noti all’ufficio di questura… scusate, a questo sito, che quest’anno si sono portati dietro, con la loro mamma, due compagni della International School of Venice, fratello e sorella sostanzialmente coetanei. Per il centro estivo, ci siamo affidati tutti al consueto camp presso la St. Nicholas School, ancora diretto dalla meravigliosa Ms Sharon (un saluto affettuosissimo a lei e a tutto lo staff!) che non è giovanissima, ma quest’anno ha lasciato i giovanotti a bocca aperta esibendosi in spaccata e verticale da ginnasta professionista, e come sempre ha diviso gli stranieri fra i vari gruppi. Speak English, please, anche perché lei l’italiano non lo parla, anche se l’ultimo giorno ci ha commosso facendosi spiegare dai bimbi come si dice “E’ stata una bella giornata”. Per questo ed altri centri estivi similari, in tutto il Regno Unito, l’indirizzo è sempre:
http://www.supercamps.co.uk
Sistemazione alloggiativa: anche quest’anno, abbiamo preferito all’albergo una casa in short rent, per la quale mi sento di raccomandarvi il nostro riferimento, l’agenzia Uberlondon, che fisicamente ha gli uffici in Grosvenor Place, appena fuori Victoria Station, e in rete è al sito
http://uberlondonapartments.com/
Se ve la cavate bene con l’inglese, potete anche telefonare direttamente, sono competenti, corretti e gentili. E’ però necessaria una serie di avvertenze, giusto per non farsi idee sbagliate. Primo, è un’agenzia immobiliare che fa un po’ tutto, compresa la locazione di salette per riunioni, le classiche assemblee di condominio, e quindi i loro tempi di risposta sono quelli di un’agenzia, non quelli di una portineria di albergo: abbiate la giusta pazienza. Secondo, gli immobili che propongono sono effettivamente lussuosi, ma secondo gli standard di Londra. Mi spiego subito. Sicuramente, hanno “the three main requisites of real estate, location, location, location”: la casa dell’anno scorso era a cinquecento metri da Hyde Park, quella di quest’anno a pochi passi (non scherzo) dalla metro Covent Garden, nel bel mezzo di Theaterland. Si tratta poi di case ben restaurate e ben tenute: per esempio, i sanitari e le domestic appliances erano tutti nuovi, di marca italiana (Ideal Standard i sanitari, Elica la cappa, e così via). Sono però, secondo gli standard italiani, immobili un poco angusti: quella di quest’anno aveva bagno finestrato con vasca, ma il lavello, peraltro di design e nuovo, per ragioni di spazio era circolare, un poco più grande di un catino. Io credo che su questi dettagli si possa tranquillamente passar sopra, ma qualcuno potrebbe non pensarla come me. Inoltre, se siete in quattro, scegliete una sistemazione per sei, in quanto di sei posti letto dichiarati quattro sono in belle camere doppie, con letti di ottima taglia, i due residui corrispondono ad un sofabed matrimoniale alla francese, che in realtà è comodo solo per una persona.
La sistemazione di quest’anno, come ho detto, era in un edificio in Betterton Street, un’antica casa di ringhiera, che piacerebbe molto ai milanesi; davanti a noi, una piccola rarità, un caffè non appartenente ad alcuna catena, gestito dai proprietari. E’ il Poetry Place, in cui, come dice il nome, potete assistere a letture poetiche di autori locali. Per i dettagli, cercatelo in rete, ma da subito vi dico che è un locale molto friendly, anche verso i pupi. Caffè, bevande e dolcetti fatti in casa ottimi: menzione particolare per i flapjacks, una sorta di sbrisolona locale, e per l’infuso di menta gustato da me e dalla mia Ilaria al termine di una night out (ovvero, circa alle 21…). A proposito, che a Londra non si beva un buon caffè espresso si diceva una volta, ma adesso semplicemente non è vero: tutti i bar hanno la macchina italiana, ed hanno anche imparato ad usarla. Va poi da se che nelle vicinanze c’è tutto, dalla pulisecco ai negozi di vicinato, fra tutti il marks e spencer piccolo e il minimarket del pakistano, aperto 24/7. Maa assalama wa shukran a quest’ultimo, che ha speso cinque minuti per consigliarmi la ricarica più conveniente per la Oyster!
Cose da fare. Di quanto consigliato da Elisabetta, abbiamo visitato Coram Fields. Purtroppo, il centro attività era chiuso, ma al parco vale la pena di andarci. Intanto, regala ai piccoli il brivido di un posto in cui, come da cartelli serissimi, i grandi possono entrare solo se accompagnati da un bambino. Poi, è chiuso e sorvegliato: guardiani cortesi, ma severissimi, che hanno allontanato, con gentilezza, ma anche con fermezza assoluta, sotto i nostri occhi due bulletti locali che disturbavano. Pochi o nessun turista: se volete attacar discorso con genitori del luogo, è il posto giusto. Giochi, fra cui primeggia la mitica pozzanghera con gli spruzzi, per sguazzare con i piedini: è una parente più anziana della fontana di Lady Diana; minizoo con gli animali esotici, che in un contesto urbano sono, giustamente, capre e polli. Toilettes complete di acqua calda e pulitissime: la sosta bagno è garantita. Per mangiare, puntate su Bernard Street, alle spalle del parco: cento metri dopo la metro Russel Square c’è un piccolo centro commerciale, che ospita bancarelle di street food veramente da provare. Trovate i panini con la bistecca, la paella, tutti i tipi di riso all’asiatica, le salsicce polacche e i dolci casalinghi inglesi, il tutto di ottima qualità e a prezzo ragionevole. Non vendono bevande, e quando chiedo perché mi rispondono con un sorriso di comprarle al supermercato lì davanti, perché costano meno!
Se volete poi passare una serata fuori, il consiglio è uno solo: puntate su un musical. Quest’anno Ilaria mi ha portato per la quinta volta (sembriamo pazzi, lo so, ma provate e capirete) a vedere Wicked, che sta all’Apollo Victoria; l’esperienza nuova è però The Chocolate Factory, tratto dal romanzo di Roald Dahl, al Drury Lane Theatre. L’inglese è più comprensibile, adatto anche a me, e potete vedere il più antico teatro del mondo ancora in attività, che se vi interessa è anche visitabile gratuitamente tutte le mattine, su prenotazione. Dopo teatro, Mario vuole il giapponese; Ilaria ed io abbiamo optato per il locale alla moda, il Sarastro, che sta in Drury Lane. Il cibo è di qualità media, ma la location è particolarissima: sembra un suk persiano, con i soppalchi ed ogni sorta di ninnoli appesi ovunque. Contrariamente allo stereotipo del locale alla moda, servizio cordialissimo. Alla domanda se avessero un tavolo per me e “for this young lady”, ovvero per la mia piccolina, il maitre risponde che per un sorriso così bello come quello della mia bimba un tavolo c’è sempre.
Nelle immediate vicinanze, non perdete il Museo dei Trasporti, uno spaccato di vita londinese nei corso di due secoli: vale l’acquisto il libriccino sulle stazioni fantasma, ovvero sui tratti di metro, pare che ce ne siano molti, in disuso e abbandonati, sui quali le leggende si sprecano. Per chi va nei prossimi giorni, c’è anche la mostra temporanea dei veicoli dei film di James Bond: ognuno è presente in originale, ed è corredato di un totem che proietta la sequenza in cui è stato utilizzato, e presenta gli storyboard originali utilizzati per crearla. E c’è anche una vetrinetta con gli oggetti di scena, compresa la mitica Walther PPK. Curiosità: state attenti se il vostro pupo la desidera perché, per quanto ne sappia, è l’unica arma non disponibile come riproduzione soft air. Personalmente, i miei giovanotti sono accesi pacifisti, e si sono orientati sul giocattolo must have del momento: perfetta riproduzione della bacchetta magica dei personaggi di Harry Potter, in venti fogge diverse o giù di lì. Da Hamley non costa più che altrove (25£), ed è veramente un bell’oggetto, anche se nominalmente consigliato dai 14 anni in su.
Qualcosa di più prosaico: con l’attuale cambio euro/pound, è dura. Se siete in una casa, e non in albergo, qualche trucco per risparmiare. Al supermercato, puntate sulla frutta nazionale: per 2 pounds, trovate le vaschette, il doppio dei nostri cestini, di squisiti raspberries o blueberries o simili, con riportato anche il nome del “proud English farmer” che le produce. Per la strada, occhio a volantini e promozioni: mi sono portato a casa gratis due confezioni di yoghurt da mezzo chilo di una marca nuova che vuole farsi conoscere, ed anche i buoni sconto dei locali non sono da disprezzare. Per tutti: il volantino di una pizzeria che fa le pizze gourmet (da undici sterline l’una in su) prometteva in promozione due pizze a scelta per 14 sterline: siamo andati, promessa più che mantenuta, nel senso che ci hanno fatto 21 sterline per tre pizze, la mia e quelle dei due giovanotti. Infine, nel caso in cui la mamma abbia adocchiato qualche oggetto del desiderio, e vogliate finanziarla, alle 21.30 da Marks e Spencer c’è il meal deal, ovvero svendono i sandwiches confezionati del giorno, che restano buonissimi. Se però lo shopping non vi interessa, potete anche fare come me, che passeggiando per la città ho messo in pratica i consigli di Benny Lewis e del suo bel libretto – il “Fluent in 3 months” di cui già ho accennato- sono riuscito a farmi passare per un locale, ingannando anche i camerieri italiani.
Aggiungo un’ultima dritta, che temevo di aver dimenticato fuori dalla valigia. Cercate, è in distribuzione gratuita, un corposo brogliaccio che si intitola “My summer in the city. Summer activities for children and young people.”, il cui corrispondente sito è:
mysummerinthecity.org.uk
e che elenca, giorno per giorno, una gamma enorme di attività, molte anche gratuite. A quanto ho visto, chi ha le ferie può trascorrere un’estate gratificante coi bimbi anche se non parte in vacanza, e prescindendo dai centri estivi. Io quasi quasi l’anno prossimo ci provo…
Francesco grazie infinite per aver condiviso la tua esperienza londinese e grazie dei suggerimenti che non mancherò di mettere in pratica
Ciao Francesco , quanti giorni siete stati a Londra ? È come si sono trovati i baldi Giovani ? Che tipo di attività hanno fatto e hai notato miglioramenti o aiuto per l’apprendimento della lingua ?
Caro Daniele, rispondo nell’ordine. L’esperienza è stata di due settimane, una col camp dal lunedì al venerdì 9-17 e l’altra senza. Era la loro terza volta a quel camp, che è un multiactivity , una specie dei nostri punti verdi, e quindi, in sostanza, i due giovani hanno ritrovato gli amici, a cominciare dalla ottima Ms Sharon, la camp manager. Tieni presente che, avendo loro cominciato la scuola internazionale a due anni e mezzo, sono sostanzialmente bilingui: facciamo questa cosa per non perdere d’estate, l’abitudine a parlare, ovvero non per miglioramento ma per mantenimento. Bisogno di aiuto non ne hanno, se mai lo danno loro a me. Pensa che, con i commessi del negozio di giocattoli , passano regolarmente per bimbi locali (anche io passo per papà locale, se taccio però!) 🙂
Ciao,
mi aggancio a questo post per chiedere consiglio.
qualcuno conosce agenzie in UK che svolgano servizi di mediazione per scambi di casa?
in Italia ne ho trovata una ma penso che una società inglese possa offrire un maggior numero di contatti che siano di mio interesse (in UK appunto)
grazie
Ciao Antonella, c’è un articolo del Telegraph che fa al caso tuo: house swapping dalla prospettiva inglese. In calce all’articolo un pò di indirizzi utili http://www.telegraph.co.uk/travel/advice/Guide-to-house-swap-holidays/
Grazie per i preziosi consigli .
Non appena andremo a Londra con la nostra ormai adottata ragazza alla pari e con i bambini, proveremo quanto consigliato .
Giuseppe Sorrentino