Una festa di cinquenni: ecco come ho conosciuto Ella (non il suo vero nome), mamma italiana che vive in Olanda ormai da un po’ di anni. Sarà che abbiamo scoperto di avere amicizie e anche interessi in comune (tra i quali il jazz), sarà che l’Olanda è un paese relativamente poco conosciuto ma molto civile (per tanti motivi, tra i quali cito solo i servizi alla famiglia, le piste ciclabili, l’uguaglianza tra i generi), comunque mi sembrava interessante intervistarla.
Del resto l’Olanda tende a riproporsi: ho scritto dell’Università in Olanda, descrivendo l’ultima tendenza dell’Europa post-Brexit e in passato avevo intervistato Angelica, mamma di tre figli e blogger, che vive ad Amsterdam e che mi aveva suggerito il post Idee per l’estate: Amsterdam con bambini. Ma mi fermo qui: ecco come racconta Ella del paese in cui ha scelto di lavorare, vivere e crescere sua figlia.
Da quando vivi in Olanda e come e perché ci sei arrivata?
Mi sono trasferita in Olanda nell’Ottobre del 2006, per un’esperienza lavorativa nel settore aerospaziale, esperienza che doveva essere temporanea e che invece è diventata permanente!
In che città vivi?
Pijnacker, una cittadina tra Rotterdam, Delft, e L’Aia
Come sono stati i primi tempi?
I primi tempi in Olanda sono stati gratificanti per la scoperta di un modo diverso di lavorare, collaborativo e stimolante, dovuto all’ambiente di ricerca, ed al multiculturalismo. L’inserimento nella società olandese, nonostante questo, ha richiesto un po’ di tempo, a causa della difficoltà della lingua e della inevitabile tendenza a frequentare altri “expat” come me. Il mezzo per creare un nucleo sociale all’interno e all’esterno del mio ambiente lavorativo è stato la musica e l’arte/fotografia. Ho iniziato a frequentare un gruppo di expat che organizzava visite a mostre di arte e di fotografia o serate di musica. In Olanda è facile trovare locali dove fare jam session e la cultura musicale è molto diffusa.
Qual è lo spirito giusto per affrontare un trasferimento?
Relativizzare le distanze. Per me è stato molto importante trovare un paese logisticamente ben connesso a Roma, dove la mia famiglia vive. Quando mi sono trasferita in Olanda non avevo una relazione sentimentale, né figli, per cui la mia scelta è stata sofferta solamente in relazione al pensiero dell’età dei miei genitori e delle problematiche legate all’anzianità. E’ stato molto importante l’avanzamento tecnologico che ha permesso di intensificare e facilitare la comunicazione con loro. Avevo avuto già altre esperienze di lavoro all’estero, e la difficoltà ed il costo per comunicare avevano reso l’esperienza non così facile.
Ti è mai pesato o ti pesa vivere da expat?
Il distacco culturale e linguistico (sebbene quasi tutti parlino inglese in Olanda) mi è incominciato a pesare dopo qualche anno. Precisamente quando ho deciso di comprare casa e stabilirmi a lungo termine. Mi ricordo la difficoltà nell’interpretare le lettere relative alle tasse sulla casa o sulle utenze! Andavo negli uffici dedicati con la speranza di trovare qualche impiegato/a che mi aiutasse in inglese! Poi…ho incontrato mio marito, ed è nata nostra figlia. Con loro e con i miei suoceri, ho incominciato a parlare l’olandese, a capire i loro modi di dire, i proverbi (che sono molto simili ai nostri) ed il pensiero olandese ha preso forma, accorciando enormemente le distanze psicologiche.
Che lavoro svolgi ?
All’Università ho studiato Scienze Politiche con indirizzo amministrativo e mi sono specializzata in Fondi strutturali, Politiche comunitarie e Progettazione comunitaria; in linea con i miei studi sono Amministratore di Progetto nel settore aerospaziale. Il lavoro mi piace e mi gratifica anche se non è vicino a dove abito.
In quale città abiti e perché? Quali sono pregi e difetti di questa zona?
Abito nella zona tra L’Aia e Rotterdam per via di mio marito, originario di quest’area. Quando mi sono trasferita in Olanda ho scelto di vivere all’Aia per la sua vicinanza con le organizzazioni internazionali, i suoi palazzi reali, ed il mare del nord. Una volta scoperto di aspettare nostra figlia, abbiamo deciso di muoverci in una cittadina più tranquilla e vicina ai nonni olandesi, grande aiuto, soprattutto quando nostra figlia era molto piccola.
Purtroppo il mio ufficio dista circa 38 km da dove viviamo, e certi giorni il viaggio è pesante. C’è da dire che nostra figlia può giocare con i compagni/e di scuola, che vivono addirittura nella stessa nostra strada o poco distante, per cui non dobbiamo passare il week end a fare i tassisti tra un playdate ed un altro. Avendo frequentato l’asilo vicino a dove lavoro, a Noordwijk, mia figlia ha ancora amici che abitano nelle vicinanze del mio ufficio. In questi casi cerchiamo di spostarci per incontrarli, anche perché i rispettivi genitori sono nostri amici. L’unico difetto che posso trovare a quest’area è la mancanza di montagne e di foreste ed un predominante clima freddo e ventoso…ma l’Olanda è per la maggior parte così!
Per quanto riguarda il lavoro, com’è la situazione nel tuo settore nella tua città?
Il mio settore, quello aerospaziale, costituisce un ambito che ha un futuro. Molti governi ancora investono nella ricerca del settore perché porta lavoro a tante aziende, specialmente italiane. In particolare a Delft, a pochi chilometri dove viviamo, c’è la Technische Universiteit di Delft (TU Delft) dove si svolge gran parte della ricerca nazionale.
L’olandese è una lingua difficile. Che scelte hai fatto in tema di bilinguismo con tua figlia e il tuo compagno?
A casa nostra, dal primo giorno di vita di nostra figlia, si parlano tre lingue: nostra figlia si rivolge in italiano alla mamma, olandese al papà, e tra me e mio marito parliamo prevalentemente inglese.
Come hai scelto la scuola di tua figlia?
Cercando di avvicinarci al multilinguismo anche a scuola, ma senza cadere nella trappola delle scuole solo per expat, dove i bambini in genere entrano a contatto solo con altri expat, visto che non abbiamo una vita che porta me o mio marito a trasferirci periodicamente. Volevamo che nostra figlia si integrasse nel contesto olandese, e per questo abbiamo scelto una scuola olandese, ma bilingue (le lezioni vengono tenute in olandese ed in inglese) e Montessori internazionale (affiliata AMI). Il caso vuole che sia anche una scuola sperimentale. Ho scelto una scuola Montessori perché volevo che mia figlia diventasse il prima possibile indipendente e confidente nelle sue scelte. Mi piace l’approccio con il quale la sensibilità sensoriale viene sviluppata perché è la base per raccogliere il maggior numero di elementi che mettono il bambino in condizione di decidere al meglio, in un determinato momento.
Secondo te la vita con bambini in Olanda è più facile o più difficile che in Italia?
E’ un po’ difficile assolutizzare, faccio il paragone con mia sorella, che vive a Roma, una città grande ma un po’ caotica, con tanti pericoli e poche strutture per facilitare la quotidianità con i bambini. Per di più in Italia il governo non mette a disposizione dei genitori dei sussidi abbastanza alti da permettere una scelta serena per l’educazione dei propri figli. Nell’organizzazione della vita familiare, in Olanda, ha un forte impatto il modo in cui vengono implementati i piani di urbanizzazione. Se una nuova area viene costruita, nel piano è già compreso un certo numero di scuole, di ospedali, di centri di supporto a questi (fisioterapisti, farmacie, etc.) palestre, piscine, centri commerciali, ed uffici amministrativi dislocati per quartiere. Il tutto condito da parchi con aree per giocare e piste ciclabili, metropolitane/treni o autobus che servono l’area costantemente ed a prezzi accessibili, e taxi-bus per i disabili ovunque. Le strade sono in genere sono molto sicure. I bambini giocano per strada, o in uno dei tanti piccoli parchi davanti casa.
Quale rapporto ha tua figlia con le lingue parlate in famiglia e a scuola?
Ludico. Per lei e per i suoi compagni è normale parlare ed imparare nuove lingue. A scuola, oltre all’olandese e l’inglese, ho scoperto che ricevono lezioni di spagnolo. Quando mia figlia non sa una parola in una lingua, inserisce nella frase una parola appartenente ad una delle altre lingue che parla. Poi noi adulti le forniamo la parola corretta che lei userà dalla volta successiva. Altre volte coniuga verbi di una lingua con la coniugazione dell’altra, oppure usa aggettivi di una lingua nel modo in cui vengono usati dall’altra…insomma, a 5 anni siamo ancora ad uno stadio “di minestrone” ma si fa capire, e vuole sapere l’utilizzo corretto delle parole. L’utilizzo di una specifica lingua con una determinata persona è istintivamente diretto dal suo orecchio. Se percepisce, per esempio, che una persona è madrelingua inglese, mia figlia si rivolge automaticamente in inglese alla persona in questione.
La vita da expat in cosa ti ha arricchito?
Sono diventata più tollerante e più pragmatica. Inoltre, in molte cose, ora cerco il punto di unione.
Ti capita di frequentare più olandesi o più espatriati?
Recentemente, nel tempo libero, frequento più olandesi per via di mio marito e mia figlia. In ambito lavorativo continuo a frequentare molti expat e relativamente pochi olandesi.
Quale è il modo tipico di passare il fine settimana degli olandesi?
Di solito gli olandesi fanno molto sport e partecipano ad eventi sportivi. Se sono in famiglia, amano spendere tempo con i bambini, a seconda della stagione e del tempo, andare a musei o parchi di divertimenti o al cinema/teatro, concerti… Una visita ai nonni per un caffè o un pranzo insieme se questi vivono vicino. Preparazione di torte e biscotti in casa, d’inverno. Tanti bambini hanno lezioni di nuoto il sabato mattina, o gli allenamenti di calcio, la maggior parte dei genitori passa la propria mattinata proprio seguendo le attività dei figli.
Se potessi scegliere il posto in cui crescere tua figlia, quale sceglieresti e perché?
Sono contenta che mia figlia cresca in Olanda, per le opportunità che può avere in ambito di realizzazione personale e lavorativa, e per il modello di donna che viene offerto in questo paese. Il rispetto per la donna è espresso in un modo più evidente, e tante donne qui ricoprono ruoli importanti, in politica e nel lavoro. La società è matriarcale. In tante cose assomiglia all’Italia di una volta, per i valori tramandati.
Hai indicazioni turistiche per la tua città? Cosa consigli di fare e cosa vedere di insolito con bambini e ragazzi?
Assolutamente consiglio di andare a Delft, a Rotterdam e a L’Aia. Di solito la prima tappa turistica è Amsterdam, ma la città non è rappresentativa del resto d’Olanda. Ci sono moltissimi musei interattivi in Olanda, e tanti parchi di divertimenti. Affittate le bici o andate in treno. Le tre città sono collegate benissimo, ed ognuna ha un carattere unico.
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