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Libri in inglese da leggere ai bambini piccoli

Leggere è importante ad ogni età; la lettura è lo strumento principale con cui si acquisiscono conoscenze complesse ma anche il mezzo per trasporre se stessi in un altro mondo, reale o fantastico che sia.

Per i più piccoli, leggere e ascoltare qualcuno che legge, oltre ad essere un modo per esercitare l’immaginazione o per comprendere il mondo, è uno strumento prezioso per arricchire il proprio vocabolario, per sviluppare la capacità di esprimersi in contesti diversi e, più in là, per riprodurre per iscritto il proprio pensiero. Tutte cose che sono importanti a scuola ma, soprattutto, nella vita.

Per questi motivi volevo consigliare quattro libri da leggere ai bambini e con i bambini, dai 6 mesi ai 5/6 anni, con una particolarità: sono libri in inglese.

Perché in inglese?

Ho già scritto su questo blog (Bilingualism: 3 children, 2 methods, 1 family) che all’ultimo nato parlo inglese, per cui leggergli in inglese è apparso, da subito, più che naturale.

Tuttavia, anche un genitore italiano che parli la propria madrelingua al figlio, può leggere alcuni libri in inglese, se è una lingua che ama e se la conosce sufficientemente bene da pronunciare le poche righe di un libro per bambini in modo che esse acquistino un senso. Non è necessario avere una pronuncia perfetta come un giornalista della BBC o un professore di Yale, serve, però, capire quello che si legge e riuscire ad interpretarlo per il bambino, senza tradurre. Per questo è importante che il bambino sia piccolo. Prima si comincia e prima diventerà un piacevole appuntamento.

Ho infatti indicato che questi libri possono essere usati già dai 6 mesi.

 

Leggere ad un bambino di 6 mesi? Non è troppo presto?

E’ vero che se cominciate a 6 mesi vostro figlio sarà in grado di seguirvi davvero poco. Però non sarà tempo passato invano, perché sarete voi a farvi via via più sicuri e quando vostro figlio avrà un anno o più sarà già abituato all’idea che, ad un certo punto, mamma o papà tirano fuori questo oggetto, questa finestra sul mondo, che si chiama….libro.

 

Quand’è che un bambino comincia ad essere in grado di seguire una storia?

Ci sono certamente differenze individuali, però posso fornire qualche indicazione, seppur priva di rilevanza statistica, facendo riferimento a miei tre figli, cui ho iniziato sempre a leggere prestissimo (orientativamente tra i 6 e i 9 mesi).

  • In tutti i casi ho iniziato con libretti di 3 o 4 pagine, con un oggetto in ogni pagina. Passato l’anno di età, la lettura è diventato uno degli appuntamenti fissi dei nostri pomeriggi, sia pur per 3-4 minuti di seguito, non di più (spesso non sufficienti a terminare un libro, ma solo a leggerne qualche pagina);

 

  • In tutti i casi i veri risultati li ho visti intorno ai 2 anni, quando hanno iniziato ad interessarsi alle storie ed erano in grado di seguirmi anche 15 minuti di seguito. Il terzogenito ha ora più di 2 anni e sempre più spesso è lui a chiedermi di leggere: si dirige verso lo scaffale basso dove ho messo i libri adatti a lui, ne prende 3 o 4 e mi dice “read book?”.

E il premio di tanto sforzo lo si vede qui accanto: in mia assenza, ecco il duenne al mare che si è preso i libri e se li “legge” da solo, ovviamente a memoria!

Ancora due precisazioni prima di passare ai libri che si trovano più sotto. La prima è sui CD. Due di questi libri hanno il CD allegato, con il libro letto, per così dire, “professionalmente”.  So che fine fanno questi libri: il genitore mette il CD nello stereo, sfoglia il libro una volta con il bambino e, dalla volta successiva, il bambino non ne vuole più sapere. Non si è divertito nessuno, insomma. Per questo, io consiglierei di non fare l’errore di ascoltare il CD con il bambino o la bambina: l’attenzione calerebbe subito. E’ preferibile che sia il genitore (o, comunque, una persona in carne ed ossa) a leggere il libro. Il CD servirà casomai all’adulto per fare un ascolto preventivo, allo scopo di raffinare pronuncia e intonazione. Quando un bambino conosce già bene la storia magari una volta si può ascoltare insieme. Oppure metterlo nello stereo della macchina.

Seconda precisazione: leggere ai propri figli è un’esperienza bellissima, ma farlo in una lingua che non è la propria ha senso solo se ci si diverte a raccogliere la sfida e a cercare di leggere trasmettendo un’emozione. Se la cosa non attira o non convince meglio lasciar stare. Magari si possono acquistare questi libri e farli leggere al bambino o alla bambina da una au pair madrelingua, oppure usarli quando potrà leggere da sé (ma, in alcuni casi, saranno poi i contenuti ad essere troppo semplici per il bambino/a).

 

I Libri che consiglio per i piccolissimi

 

Il primo libro che consiglio è davvero semplice. E’ della Oxford Reading Tree, il ramo della Oxford University Press specializzato nell’editoria per bambini, che ho citato nel post sui siti web in inglese per bambini dai 3 ai 10 anni.  Le figlie più grandi hanno usato i librettini della Oxford Reading Tree (ORT) quando hanno iniziato la scuola bilingue, dunque una a 5 anni e altra a 3 (si tratta degli stessi libri che sono adottati nelle scuole del Regno Unito). Con il figlio piccolo ho iniziato a parlare inglese da zero, dunque ho scelto uno dei libri dello stage 1 della ORT,  il primo livello di difficoltà, dove ci sono più immagini che storia da leggere. Però le illustrazioni di questi libri sono fatte benissimo e la storia è nelle immagini.

Il libro si chiama semplicemente Go away Floppy, ed è la storia semplice semplice, narrata in 5-6 pagine, del cane Floppy che va da ciascuno dei componenti della famiglia con cui vive, con la palla in bocca, con evidente desiderio di giocare e nessuno se lo fila. Alla fine si offende e se ne va e solo a quel punto tutti i famigliari si dichiarano pentiti e pronti a dedicargli attenzione dicendo in coro “we’re sorry!”. La storia è talmente semplice che si può leggere ad un bambino anche dai 6 mesi.

Cat and Mouse è una serie di 4 libri in inglese rivolta ai bambini italiani. I libri hanno un CD. Tra i 4 libri, io ho comprato solo questo, perché c’erano gli animali che piacciono molto a mio figlio: il titolo è Meet the Animals.

La storia e le frasi sono iper ripetitive. In pratica il dialogo è sempre lo stesso, con il topo che chiede al gatto “hello cat, what is that?” e in ogni pagina c’è un animale diverso, che fa il suo verso. Qui l’abilità è tutta di chi legge, di rendere ogni pagina una scoperta, modulando la voce a seconda dell’animale incontrato, altrimenti la cosa è molto tediosa, ma, si sa, i bambini piccoli hanno bisogno (e amano) la ripetizione: è così che imparano.

 

Little Red Riding Hood. Questa è la storia di Cappuccetto rosso, narrata, in un libro della Ladybird, in pochissime parole e con qualche libertà rispetto alla storia come è normalmente narrata nei libri italiani. A mio figlio piace moltissimo, sia perché c’è il crescendo del dialogo Cappuccetto Rosso – Nonna (che in realtà è il lupo) sia perché io mi diverto a recitarla in modo particolare… la “mia” Cappuccetto rosso, infatti, ha una voce particolarmente acuta e stridula, in modo che, più che bambina o da ingenua la faccio passare un po’ per cretina, cosa che rende comiche le sue domande (“Ohh… grandmother! What big eyes you have!!”).

Del resto, scusate, Cappuccetto Rosso oltre che una fiaba dai profondi significati simbolici (non a caso con importanti letture psicoanalitiche) è anche una fiaba la cui protagonista è cretina. Passi che i lupi non parlano e non si vestono da nonne, ma, anche se nel mondo fantastico delle favole tutto può accadere, è veramente poco credibile che una nipote scambi un lupo per la propria nonna, solo perché indossa camicia da notte e cuffietta…Dal che nasce la mia lettura di questa particolare edizione di Cappucetto Rosso in cui recito la protagonista con la voce da bambina svampita. Lettura che ha avuto successo, visto che quando la figlia maggiore legge quel libro al fratellino…fa le stesse voci!

 

L’ultimo libro è della Usborne e si chiama The boy who cried wolf. Se il titolo è famigliare è perché si tratta niente di meno che della storia di “al lupo al lupo” che poi è una Fiaba di Esopo.

La trama è nota. Un pastorello guarda ogi giorno i greggi sulla colline e passa giornate noiose finché non gli viene in mente di divertirsi alle spalle degli abitanti del villaggio (e proprietari delle pecore) scendendo giù dalle colline per dire loro che un lupo minaccia i capi di bestiame. Per tre volte mezzo villaggio sale correndo in collina solo per consentire al pastorello di ridere alle spalle degli abitanti creduloni, perché, ovviamente, il lupo non c’è. Alla fine, però, il giorno che il lupo si farà vedere sul serio, nessuno crederà a Sam e le pecore saranno decimate. La morale della favola è nota: nessuno crede ai bugiardi.

Consiglio The boy who cried wolf per varie ragioni. Intanto la presenza di più personaggi consente di leggerlo attribuendo a ciascun personaggio una voce diversa, cosa che rende divertente la lettura. Poi, per i genitori più deboli con l’inglese, il libro è accompagnato da un CD. Ma la vera chicca sta nel fatto che il CD contiene due registrazioni: una del libro letto con accento inglese (British English) e l’altra con accento americano (American English) per cui potete scegliervi la traccia preferita.

Più in generale, come fare della lettura qualcosa di piacevole e divertente? Tutto è rispettare i tempi del bambino. Qui occorre farsi furbi: quando un bambino ha molte energie, ad esempio quando si è svegliato da poco e ha appena fatto merenda o colazione, di certo non vuole stare in braccio a mamma o papà o accoccolato sul divano a sfogliare il libro: preferisce giocare e muoversi. La lettura è, invece, un’attività statica, da iniziare quando il bambino è stanco o prima di andare a letto, insomma, in quei momenti – e con un bambino piccolo non mancano! – in cui sta con il dito o il ciuccio in bocca e vuole stare in braccio. Quello è il momento in cui il librettino colorato si può animare di una storia.

Buona lettura a tutti!

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Comments

  1. Buongiorno a tutti, cosa consigliate (collana) per un bambino di 7 anni, quando avremo finito gli ultimi livelli (dal 9 all’11, se non sbaglio), della Oxford Reading Tree? La Oxford Reading Tree arriva comunque solo fino ad un massimo di 6-8 anni, come corrispondenza con il livello di lettura dei bimbi inglesi, giusto? Grazie.

    1. No, ci sono altri livelli e altre serie di libri, anche non-fiction, sempre con i soliti personaggi e altri personaggi. Anni fa c’era online sul sito ORT una bellissima chart con tutti i livelli di libro, l’anno di scuola e il key stage della scuola inglese. Non la trovo più ma, se non ricordo male, va fino a 18 anni (beninteso senza i soliti Chip, Kipper etc..). Qui troci libri più difficili https://global.oup.com/education/content/primary/series/oxford-reading-tree/?region=uk
      Di fatto molte scuole usano ORT solo alla primary e poi alla secondaria c’è molta libertà di scelta nelle biblioteche delle scuole, dai classici a molta non-fiction, perchè un maschio di 11 anni cui piacciono aerei e videogiochi è diverso da una femmina di 11 anni che, magari è una lettrice vorace. Insomma, più si cresce e più si diventa se stessi e dunque non c’è un unico binario per le letture… ti consiglio poi anche di vedere case edititrici come Usborne e di scegliere i libri con tuo figlio a seconda dei suoi interessi

      1. Molte grazie, guardo subito. Ho un po’ di problemi con la scelta dei libri perché a mio figlio, dopo anni di difficoltà a gestirlo a casa e a scuola, carattere impossibile, attacchi di rabbia etc…e dopo innumerevoli visite da psicologi, psichiatri, psicomotricisti etc, finalmente hanno diagnosticato una importante plusvalenza. Ha un QI di 143, e quindi è molto difficile trovare qsa in generale che riesca a farlo stare concentrato, bilanciando la sua vivacità si 7enne. Non ti dico la scuola…

        1. Non so che test abbia fatto, se il WISC-IV o un altro ma se hai il dettaglio del test vedi quale è la componente dominante, se visuo-percettiva, verbale o logico-matematica. Se è irrequieto può darsi che la lettura non sia il suo quid e che sia anche un po’ iperattivo. A 7 anni i libri potrebbe sceglierli anche da solo se andate in libreria insieme. Per i prossimi compleanni regalagli il cubo di rubik e compra per tutta la famiglia un microscopio serio (ce ne sono su amazon sui 200 euro di buona qualità). Può darsi che andare a caccia di insetti e acqua di pozzanghere e osservare il tutto al microscopio lo appassioni. E non lo trattare mai da iperdotato, salvo che non vinca la Field medal a 15 anni, nel qual caso lo intervisto per il blog!

  2. Verso i sette anni prendevo ancora degli albi con bei disegni, ad esempio un Robin Hood, ovviamente ridotti e riadattati, scegliendoli in rete o direttamente nelle librerie internazionali.
    Mi sono poi buttata su quelli con i raccontini di Roald Dahl con i famosi disegni di Quentin Blake, cominciando da Dirty Beasts, in rime che facevano ridere e rimanevano impresse. Soprattutto pensavo che fossero portatori di uno spirito britannico che avrebbe aiutato.

  3. Grazie per i suggerimenti a tutti.Ha fatto il WISC-IV e il NEPSY-II, presso l’AISTAP.È risultato velocissimo nelle prove visuo-motorie, e nel logico-matematico. La lettura non è quindi la sua prima scelta, però in un modo o nell’altro devo proporgli qualcosa ogni tanto…sob!

    Proverò cmq col microscopio!!

  4. Volevo scrivere visuo-percettivo. E anche velocità di elaborazione. Iperattività e ADHD escluse…pare…cmq…una gran difficoltà a gestirlo.

  5. Mi permetto di associarmi alla valutazione di Elisabetta: il sistema migliore potrebbe essere quello di lasciar agire la persona. Portalo in una libreria, una Feltrinelli ben fornita, ma anche una Waterstones, o una biblioteca pubblica, e vedi senza porti e porre limiti cosa lo interessa. E tenta anche esperienze di tipo diverso, come laboratori tecnici o artistici. Mi pare che il giovanotto assomigli ad un’auto sportiva: tanta potenza, che aspetta solo la strada giusta per scatenarsi. Bisogna vedere se il suo ambiente, per cosi’ dire, e’ il rally dei Mille Laghi, o il circuito di Monza, o l’anello di Daytona.

    1. Riproverò certamente questa strada…un paio di mesi,ad un primo rudimentale tentativo simile,mi ritrovai alle nove di sera a dover ascoltare un sommario di un semplice libro di …geologia!!Rocce, movimenti tellurici e sedimentazioni fossili…avevo voglia di piangere .

  6. Buongiorno e complimenti per il sito! Ho un bambino di 3 anni e uno di 10 mesi e, nonostante la mia volontà, non sono ancora riuscita ad esporre il grande alla lingua inglese. Ora leggiamo una favola in italiano ogni sera e a lui piace moltissimo, quindi vorrei iniziare a farlo in inglese e perchè non farlo anche con il piccolo? A questo punto mi consigliate di usare due tipologie di libri diversi (che non sarebbe un grosso problema perché ancora dormono in stanze separate) o la stessa tipologia? Grazie!

    1. Usa quelli che piacciono a te…alla fine l’adulto che legge, come legge e come interpreta è più importante del libro letto. Ovviamente con il piccolo puoi usare anche quei libri che non hanno una storia e hanno, ad esempio, un animale per pagina e il relativo verso, magari anche con qualcosa da toccare. In definitiva, tuttavia, se ti piacciono libri più complessi, anche il tuo piccolo sarà in grado di seguirti pur senza capire tutto, basta che non siano troppo lunghi. Prova What the Ladybird Heard di Julia Donaldson con entrambi e vedi come va

  7. Grazie Elisabetta, spero possa essere utile qualche suggerimento da un genitore (anche se io, ovviamente, preferivo leggere in Italiano. Tra i libri preferiti dei miei tre:

    – The Tiger Who Came to Tea
    – The Very Hungry Caterpillar
    – Mog and the Baby

    Tra l’altro vedo che molti sono disponibili come Audiobooks, utili ad esempio per brevi viaggi in macchina

    1. Ciao Gianni, scusa della risposta tardiva. I primi due libri sono sui nostri scaffali. Ora vado a guardarmi il terzo…
      Inoltre Judith Kerr è una scrittrice che anche io amavo da bambina. Sai che in realtà è tedesca? Era un’ebrea tedesca scappata di paese in paese durante la seconda guerra mondiale, sino ad approdare in Inghilterra. Racconta la sua storia in “Quando Hitler rubò il coniglio rosa”, tra l’altro un romanzo che, sullo sfondo dell’olocausto, parla dell’apprendimento delle lingue straniere dalla prospettiva di una bambina costretta a fuggire.

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