Organizzati si nasce o si diventa?
Pare che solo il 10% delle persone abbia il dono spontaneo di gestire con sufficiente efficacia le proprie risorse (in primo luogo, lo spazio e il tempo). Per tutti gli altri, gestire se stessi e le proprie risorse è complicato.
C’è chi procrastina costantemente i compiti sgradevoli (vale per gli studenti come per chi lavora), chi accumula troppo e inutilmente (mai sentito parlare di hoarding?), chi non sa distinguere le cose importanti dalle cose (solo) urgenti, chi spende anche le risorse economiche che non ha, e così via.
La differenza rispetto al passato, credo, è che la presenza degli smartphone, l’esistenza dei social media, la possibilità di connessione continua hanno peggiorato la situazione; la capacità di attenzione è ormai minima e ciò non favorisce l’organizzazione, a casa, a scuola, al lavoro.
Così, già negli anni ’80, sono sorte figure professionali nuove, che, non limitandosi alle aziende, offrono i propri servizi anche al mondo privato e nella scuola.
I professional organizer
Si chiamano professional organizer e sono educatori all’organizzazione, al fine di migliorare lo stile di vita. Si occupano del rapporto tra tempo, spazio, risorse esauribili e denaro. Perché? Semplicemente per vivere meglio. Vivere meglio a casa (e la loro attività si chiama decluttering), al lavoro (e si tratta di servizi che includono il time/task management, ossia la gestione del tempo e degli incarichi), ma anche a scuola.
Partiamo dalla casa. Decluttering significa proprio “togliere quello che ingombra”, eliminando tutto quello che non si utilizza più, e che comunque “ruba” spazio prezioso, e tenendo solo gli oggetti che servono ancora.
E’ una tecnica divulgata da Marie Kondo, l’autrice del libro The Life-Changing Magic of Tidying Up ed è nata per risolvere un problema tipicamente americano: il sovraccumulo di oggetti acquistati a prescindere dal bisogno. Guardate anche solo le dimensioni dei frigoriferi americani e avrete un’idea della potenzialità di sovraccumulo che, in taluni casi, rasentano la sindrome ossessivo-compulsiva (e in questi casi, oltre al professional organizer, serve anche lo psichiatra..).
Una volta messi da parte oggetti, vestiti e libri che non servono più, quelli in buono stato si possono rimettere sul mercato, cosa oggi facilissima grazie all’economia collaborativa.
Quando la necessità di riorganizzare non riguarda più gli oggetti ma il tempo, si entra in quella che è la vera e propria problematica della nostra epoca: la frammentazione del tempo, la disattenzione costante dovuta all’iperconnessione da smartphone, web e social media, che ci precipitano in un disordine mentale costante, il contrario dell’essere consapevoli ossia, come insegna la filosofia buddista,“presenti nel momento presente”.
L’organizzazione a scuola: i progetti per allievi e studenti
Il problema dell’organizzazione, che coinvolge gli adulti, coinvolge anche i bambini. Troppi oggetti, troppo poco tempo dilatato, troppa poca noia. E, parlando di bambini, arriviamo alla scuola, perché forse l’aspetto più interessante può essere proprio questo. L’insegnamento della materia dell’organizzazione personale ai bambini è stato sviluppato con un progetto pilota nell’anno scolastico 2016-17 in alcune scuole di Roma e di Ravenna. Nel corso del primo anno, il progetto è stato finanziato da una Fondazione e realizzato da Organizzare Italia. Nello sviluppo del progetto pilota sono stati raggiunti più di 460 bambini e ragazzi nella scuola primaria e nelle secondarie di primo e secondo grado.
Solitamente il progetto prende cinque incontri di un’ora e mezza ciascuno a distanza di un mese uno dall’altro, con inizio in ottobre/novembre e fine in marzo/aprile; in questo modo si riescono a seguire i bambini nel corso dell’anno scolastico e ad integrare la materia ‘organizzazione personale’ alle altre materie insegnate.
I temi affrontati sono i seguenti:
- L’organizzazione personale e la consapevolezza di sé
- La percezione del tempo
- La gestione dell’attenzione e della concentrazione
- La capacità di selezionare e classificare per categorie
- L’organizzazione del pensiero e il metodo di studio
- L’organizzazione degli spazi e oggetti
- L’economia domestica
Ma cosa si combina durante un “corso di organizzazione” fatto a scuola? Questo video serve a dare un’idea del progetto sviluppato. L’idea è che, in qualche modo, si insegni a gestire meglio il proprio tempo, il proprio studio, gli spazi e gli oggetti della classe e lo studio a casa, favorendo una migliore gestione della classe da parte degli insegnanti.
Chi volesse introdurre il progetto nella propria scuola può contattare Organizzare Italia. Sul sito anche alcuni consigli per organizzare meglio le proprie risorse.
Un corso gratuito per gli insegnanti
Anche per gli insegnanti sono previsti corsi di organizzazione. Da quando si è diffusa la pandemia da Covid-19 il mondo della scuola è in fase di grandi cambiamenti: l’emergenza sanitaria inoltre ha stravolto tutti i paradigmi. Tutto ciò può dare facilmente origine a uno stato di stress che non aiuta a essere efficienti e sereni.
Organizzare Italia, con il supporto della Fondazione Nando ed Elsa Peretti ha realizzato un corso GRATUITO a supporto dei docenti per allenare le abilità organizzative in risposta ai cambiamenti nel mondo della scuola in epoca di Covid.
La proposta formativa si basa sulla metodologia Neurorganizing e punta a sviluppare le abilità organizzative per affrontare questa nuova era del mondo scolastico, nella consapevolezza che uno stile di vita organizzato aiuta i docenti a perseguire il loro compito educativo, a svolgere con più efficacia i programmi disciplinari e a rispondere con più facilità alle esigenze organizzative di alunni, dirigenti, colleghi.
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