La scuola italiana sembra essere allergica agli esami. Da decenni è stato eliminato l’esame di seconda elementare (io però me lo ricordo: mi chiesero, tra le altre cose, “quante zampe ha una lepre”? Lo giuro!); da alcuni anni sono stati aboliti gli esami di quinta primaria.
Certe volte mi chiedo cosa succederà a quelli della secondaria di primo grado, ossia di terza media. Aboliranno anche quelli, per via dei costi? Speriamo di no.
In tutti i paesi che hanno un sistema scolastico valido ci sono esami e valutazioni per tutto il percorso scolastico (magari non per i più piccolini). E si tratta spesso di paesi che, nelle comparazioni internazionali, fanno meglio del nostro.
Sostenere esami non piace a nessuno perchè genera tensione, ma la tensione diventa uno stress insopportabile se non si è abituati a farne. Insomma, al di là della preparazione, anche a sostenere un esame si impara.
Ma qui non voglio scrivere degli incubi dei ragazzi che devono fare l’esame di Stato, quanto del problema dell’attendibilità dell’esame di Stato italiano.
Si, perché l’organizzazione della scuola italiana sembra essere anche allergica alle valutazioni oggettive….(tanto è vero che ora le importiamo da altri paesi, come nel caso dei Licei Cambridge International).
Uno dei problemi della scuola secondaria di secondo grado italiana (ossia, dei licei e degli istituti tecnici e professionali) è quello della comparabilità degli esami finali di ciascun ciclo di studi ed, in particolare, dell’esame di stato conclusivo della scuola superiore.
In realtà è un problema che caratterizza anche l’esame finale della scuola secondaria di primo grado, ossia il citato esame “di terza media”.
Nulla è oggettivo, dunque nulla è comparabile: i voti di una sezione di una scuola sono assegnati con un metro diverso da quelli dell’altra, i voti agli esami di Stato differiscono da una regione ad un’altra, da una scuola ad un’altra, da una commissione ad un’altra.
Insomma, l’esame di Stato dà votazioni finali inaffidabili e, di conseguenza, è tenuto in scarsa se non in nessuna considerazione dalle università e dai datori di lavoro.
I test di ingresso alle facoltà universitarie – se fatti bene – sono necessari perché il voto “di maturità” è di scarsa (o, addirittura, nulla) utilità informativa.
L’esame scritto dovrebbe invece essere standardizzato, consegnato in forma anonima (ossia con l’attribuzione di un codice, senza indicazione del nome del candidato) e corretto centralmente da soggetti esterni rigorosamente indipendenti.
Questa è la soluzione adottata in tanti paesi: ad esempio, in Inghilterra le prove dell’esame di Stato inglese (ossia l’equivalente della nostra ‘maturità’), gli A-level (così come i GCSE), vengono corretti anonimamente e centralmente. Gli esaminatori non sanno neanche da quale scuola provengono gli elaborati.
In questo modo le università possono ottenere informazioni attendibili sui diplomati. Uno studente che esce con il massimo dei voti viene accettato con facilità da tutte le Università.
Inoltre, i risultati dei test standardizzati di ciascuna scuola sono resi pubblici, in modo che anche le famiglie possano valutare le scuole e orientare l’iscrizione dei propri figli sulla base dei risultati agli esami ottenuti dagli allievi negli anni precedenti. C’è quindi uno standard nazionale di valutazione.
Inoltre si dovrebbero raccogliere dati sugli sbocchi successivi, ad esempio sulla percentuale di diplomati di quella scuola che ha proseguito gli studi (in quali università e per quali materie). Questo implica, per le scuole, mantenere relazioni con gli ex allievi, creando un vero e proprio spirito di appartenenza che si estende al di là del periodo di frequenza scolastica.
Il bacino degli ex allievi potrà essere utilizzato in seguito quando, magari, questi potranno essere chiamati per tenere una conferenza nella loro ex scuola, descrivendo il proprio corso di studi o le loro scelte professionali, in modo da orientare e informare le generazioni successive.
Sono prassi che si tengono nelle migliori scuole e università del mondo. Perchè non anche da noi? Non mi dite che la ragione è solo perché non ci sono soldi. Anche quando i soldi c’erano queste riforme non sono state fatte.
Se giudichi questo ‘post’ interessante diffondilo per email o con i social network. Ti potrebbero anche interessare:
ricordo che quando feci l’esame di seconda elementare ne usci rincuorato e incoraggiato. Le domande erano molto più facili di quello che allora pensavo e temevo, ed essendo il mio primo esame l’averla superata mi inorgogliva. Ero un vero studente. Credo di aver ricevuto anche un premio di incoraggiamento dai miei genitori, per cui non fu per nulla un trauma. Anzi!
L’esame di stato non mi pare abbia una configurazione tale da soddisfare nessuno. Al netto di invalsi, lo scritto si basa su due sole materie (al liceo scientifico sono quasi dieci anni che esce sempre matematica come seconda materia) e l’orale è una interrogazione che originariamente pensata per essere un colloquio interdisciplinare e integrato di fatto è una serie disorganica di interrogazioni superficiali e non strutturate, dove ognuno viene trattato diversamente (l’aiutino a quello che non ha studiato, la domanda difficile a quello che studia, il professore di lettere che può commentare sulla domanda di un collega di scienze. Una baraonda). Un esame incasinato come solo in Italia si poteva fare. Il bello che ‘o sistema dura da decenni e che è destinato a rimanere tale e quale, e quai a cambiare. Dalla Finlandia agli USA tutti usano esami standardizzati, cioè calibrati e confrontabili nel tempo (oggi con quelli di ieri) e nello spazio (dalla Sicilia al Trentino). Non sappiamo – se non grazie a indagini internazionali – se i 18enni sono peggiorati o migliorati in questi decenni, e se sono diventati più o meno preparati per l’università.
Negli USa il College Board, l’orgnizzatore dei test SAT per milioni di studenti americani, definisce il punteggio minimo per essere college ready. Con solo 37 euro il College Board testa e valuta la comprensione, la scrittura di un saggio e la matematica (fino ad algebra 2). Se si vuole si possono testare materie specifiche con 10 o 20 euro per materia, si possono testare materie come Biologia, Matematica avanzata, Fisica, Chimica, letteratura etc. etc. Il test non è obbligatorio se non per quelli che vogliono andare al college che comunque oltre al SAT standard non chiedono più di due materie extra. Collegeboard amministra anche altri test per valutare in modo più approfondito alcune materie che vanno con la dizione di AP (Advanced Placement).
Ma i nostri diciottenni, pardon diciannovenni, sono college ready quando escono dal liceo? Lo sono più o meno di dieci anni fa? Nessuno lo sa.
Concordo sul fatto che i test debbano essere anonimi, il che conferisce molti più punti in fatto di attendibilità, comunque siano formulati. Non concordo sui test di ingresso all’università che sembrano quiz di intelligenza, e non credo che per fare medicina sia necessario sapere come si chiamano le basette maschili ( hanno chiesto anche questo). Se test di ingresso deve essere, che sia ragionevole, e non uno sbarramento creato ad hoc per far passare chi si vuole . L’ anonimato infatti si aggira facilmente, come accade quotidianamente tra i baroni universitari che creano personale tra ricercatori e prof ” Made in family” ancora troppo spesso. Oltre ai test dobbiamo cambiare mentalità, c’è’ ancora troppo poca meritocrazia.
per fortuna il problema di Medicina è superato con il test unico nazionale, dove accanto alla cultura generale e alla logica ci sono matematica, fisica, biologia e chimica. Rispetto a prima (cioè pochissimi anni fa) dove nelle singole università si facevano quiz di ammissione di cultura televisiva, il nuovo sistema (ancora fresco di stampa) è un passo enorme, ma anche peculiare rispetto a paesi dove l’ammissione a medicina (professione molto vocazionale) non dipende dal risultato di un test di un giorno solo. Ma da noi, si sa, non ci sono esami standardizzati e finora l’opposizione è stata formidabile da parte della scuola (very teacher centered) e quindi difficile prevedere cambiamenti a breve. Quel test vale più del miglior liceo.