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Certificazioni di lingua inglese per bambini e per adulti: tutto quello che c’è da sapere

educazioneglobale Certificazioni linguisticheSi chiamano Starters, Movers e Flyers, come dire: “uno, due, tre…via!” e sono esami di inglese rivolti ai Young Learners, ossia ai bambini della scuola primaria, con lo scopo di attestare una conoscenza base della lingua inglese. I voti sono calcolati in shields (in scudetti, potremmo dire: 15 è il massimo) come se si trattasse di un gioco e questi esami cominciano ad essere conosciuti anche dai genitori italiani perché tante scuole primarie organizzano corsi di inglese nella propria sede nelle ore pomeridiane, con insegnanti Cambridge.

Ma a cosa servono gli esami Cambridge? Diciamo che servono a capire a che punto si è di quello che si chiama Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER, ma spesso noto sotto l’acronimo inglese di CEFR). Il QCER distingue i livelli di competenza da A 1 a C2, con varie tappe intermedie e riguarda la conoscenza di una lingua straniera (non solo l’inglese).

Per l’inglese – ormai la vera lingua franca – i livelli del QCER sono certificati attraverso gli esami organizzati da Cambridge English Language Assessment. Il nome, a dire il vero, è più volte cambiato e molti non lo conoscono ma, anche chi non sa nulla di Starters, Movers e Flyers, se ha avuto un qualche tipo di incontro con la lingua inglese conosce o ha sentito parlare di esami come il Proficiency o il First Certificate (anche se l’esame più sostenuto in Italia ormai è il PET).

La strana storia del Proficiency

E dire che il Proficiency ha una strana genesi: il primo esame con questo nome fu organizzato nel 1913 per tre candidate, durava ben 12 ore e furono tutte e tre bocciate! Ho visto le domande del Proficiency che sostennero le tre malcapitate (aspiranti docenti nel Regno Unito) e posso testimoniare che l’esame che sostennero era, in realtà, un esame in cui si mescolavano lingua inglese ma anche cultura e letteratura.

Da allora sono cambiate molte cose: oggi si tratta di esami di certificazione linguistica. Io stessa ho sostenuto il Proficiency quando avevo 20 anni e, benché già bilingue da tempo, fui piuttosto impressionata – già all’epoca – dalla complessità dell’esame. Delusissima di aver preso solo B, lo fui però meno quando scoprii che la quasi totalità delle persone che avevano fatto come me il corso di preparazione non lo avevano superato.

Cosa è Cambridge English Language Assessment?

100 anni di storia, 5 milioni di esami di lingua all’anno usati da più di 20.000 università ed organizzazioni: basterebbero questi numeri a farci capire che tipo di esperienza e competenza c’è dietro questa parte quella parte dell’Università di Cambridge che, con altri due Dipartimenti (Cambridge International Examinations – CIE e Oxford, Cambridge and RSA Examinations – OCR che si occupano di altri esami, dagli IGCSE agli A levels) garantisce che gli esami di lingua o di singole materie siano standardizzati, oggettivi e dunque attendibili. Già, viene da dire, belle parole.

Come rendere un esame – che coinvolge anche l’orale – “standardizzato, oggettivo ed attendibile”?

So per esperienza (mia, dei miei figli e di tante persone che conosco) che, a qualsiasi livello del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue, il rigore degli esami Cambridge non è mutato, è impossibile copiare o ingannare; proprio per questo, gli esami Cambridge sono una garanzia e non solo un “pezzo di carta”.

Tuttavia, poiché una lingua è una cosa viva, gli esami sono in continua evoluzione ed affinamento e oggi devono tener conto sempre più del fatto che l’inglese è  parlato in tanti contesti internazionali in cui, magari, non c’è un solo madrelingua. Insomma, come il latino, anche la lingua franca del presente deve mediare tra i suoi molti accenti e lessici madrelingua (canadese o australiano, americano o inglese e via dicendo). Ho voluto capire meglio come si ponevano e risolvevano questi problemi e ho posto le mie domande direttamente a Cambridge English Language Assessment. Ecco quello che ho imparato.

educazioneglobale Certificazioni linguistiche ingleseCome nasce un esame Cambridge?

Non ci si pensa mai, ma dietro un esame c’è un complesso sistema e il lavoro di tante persone. Chi scrive le domande d’esame? Chi controlla che siano adeguate ad una certa età e ad un certo livello di inglese? Come garantire la segretezza dei test? Ebbene, dietro le 6 pagine A4 di un test ho scoperto che c’è un un controllo di qualità degno di un sistema industriale.

La genesi di un test come lo Starters è un processo circolare che inizia con centinaia di ex insegnanti di grande esperienza e formati secondo la metodologia Cambridge, che lavorano come freelance e che, sostanzialmente, producono le domande d’esame. Queste domande vanno a confluire in una item bank, una grande base dati, composta di circa 100,000 domande che possono essere utilizzate per i test. Ovviamente, i produttori delle domande non le inventano a caso ma sempre sulla base della conoscenza grammaticale e lessicale che può avere lo studente a ciascun livello del Quadro comune europeo; dunque le domande a livello A2 saranno molto più semplici di quelle di livello B2. Inoltre, gli insegnanti che producono domande, pur lavorando su appositi template, ossia modelli di domande precedenti, devono cercare di usare, laddove possibile, frasi prese da libri ed articoli di giornale, in modo che espressioni e costruzioni grammaticali non siano obsolete o arcane ma correnti o almeno realistiche.

Gli elementi della banca dati sono poi rimescolati, ricontrollati e pre-testati, eliminando non solo le domande che non funzionano, ma anche quelle che possono essere ritenute offensive in alcune culture o non adeguate in alcune parti del mondo (ricordiamoci che questi esami vengono sostenuti da italiani come da russi, da turchi come da cinesi).

A questo punto le domande vengono assemblate in un paper d’esame, impacchettate e sigillate, pronte per essere spedite agli oltre 3.000 Centri di esami Cambridge in tutto il mondo, di cui 180 in Italia.

Una volta amministrati gli esami ai candidati, la valutazione dell’orale è fatta in loco dagli esaminatori Cambridge (ma secondo precise griglie di valutazione), mentre la valutazione dello scritto è fatta direttamente a Cambridge. Poi ci sono i voti e gli attestati. Ma se qui il processo di ferma per noi utenti, che siamo contenti che nostra figlia abbia preso il PET con il massimo dei voti o che mostriamo orgogliosi l’attestato del Flyers di nostro figlio, il lavoro non  è finito per Cambridge Assessment. Perché, in un processo industriale, a questo punto si apre la fase di valutazione per capire se il test in questione è risultato adeguato o se deve essere in qualche modo migliorato, se necessario con la riscrittura delle domande. Si tratta di valutazioni volte, alla fine, a ricalibrare e migliorare ulteriormente l’esame.

Questa serietà è giustificata: ottenere un certificato che attesti ufficialmente la conoscenza di un certo livello linguistico può essere per taluni solo uno strumento di gratificazione o di motivazione a continuare lo studio intrapreso, ma, per altri, può voler dire entrare in una università piuttosto che un’altra o addirittura ottenere un visto per entrare nel Regno Unito o non ottenerlo. Insomma, per alcuni il risultato di un esame Cambridge non è solo un elemento utile da aggiungere al proprio curriculum ma una questione di massima importanza.

educazioneglobale Starters Movers FlyersQuanti sono gli esami Cambridge?

Ordinati per livelli di conoscenza crescente, gli esami di lingua Cambridge sono i seguenti: Starters, Movers, Flyers, Key (KET), Preliminary (PET), First (FCE), Advanced (CAE), Proficiency (CPE). Ci sono poi esami di lingua specialistici (inglese per gli affari, inglese giuridico) ed esami in inglese per valutare conoscenze e competenze (Cambridge English Language Assessment si è occupato anche di costruire test diversi, non solo di competenza linguistica, come l’IMAT, per studiare medicina in inglese).

Ma ci sono esami per altre lingue?

Certo che si! Il DELF di Francese, il DELE di Spagnolo, l’HSK di cinese mandarino… ognuno ha il suo! Ne riscriverò.

Cosa sono gli esami “for schools” ?

Alcuni esami Cambridge hanno una doppia versione: taluni sono denominati for schools (così il KET, il PET, il FIRST ad esempio). Gli esami for schools sono ideati per gli studenti: il livello linguistico è sempre quello del QCE cui afferiscono, ma le domande tengono conto dell’esperienza che può avere un ragazzo o una ragazza che, ad esempio, non ha ancora conoscenza del mercato del lavoro e dunque le domande si basano su argomenti e situazioni familiari. Quindi non capiterà mai che ad un test “for schools” si trovino domande che riguardano esperienze che solo gli adulti possono avere, come, ad esempio, guidare una macchina o prenotare un albergo.

Ma sostenere un esame Cambridge serve? A cosa?

La certificazione linguistica è uno strumento per capire quello che una persona sa e sa fare in una lingua. Il riconoscimento può servire sia in ambito di studio, sia in ambito lavorativo. Insomma, una certificazione Cambridge può tornare utile in una serie di circostanze perché sono riconosciuti in tutti i paesi in cui si parla inglese ed accettati da molte scuole e università di paesi anglofoni (dall’Inghilterra alla Nuova Zelanda, dal Canada al Sudafrica).  Inoltre sono utili anche a chi volesse affrontare un corso universitario in inglese in Italia (ve ne sono a Bologna, Perugia, Roma e Milano).

Io aggiungo anche altre due ragioni. La prima è motivazionale: avere un obiettivo e raggiungerlo è gratificante e può favorire uno studio ulteriore. La seconda è che facendo esami si impara a sostenere esami. Può sembrare sciocco ma, specie per i bambini, ora che non ci sono più esami di seconda elementare ed è stato abolito anche quello di quinta primaria si arriva a 13 anni, alla fatidica “terza media” (rectius: terza secondaria di primo grado) senza aver sostenuto mai un esame e, dunque, con una tensione altissima. Dunque gli esami di lingua possono avere un valore didattico, oltre che psicologico. Anche perché, per citare  la nota commedia di Eduardo De Filippo, gli esami non finiscono mai, quindi tanto vale saperli affrontare con disinvoltura.

Ciò detto, non bisogna farne un’ossessione. Chi avesse la curiosità di capire a che livello è il suo inglese – gratis – potrebbe provare anche solo a sostenere un test online.

Poi rimane il problema generale: prima di sostenere un esame, questo inglese bisognerà pure impararlo… come fare? Se per i bambini ne ho già scritto tantissimo, per molti adulti imparare o perfezionare una lingua rimane un problema.  Per una rassegna di metodi e risorse vi aspetto la prossima settimana sempre su educazioneglobale!

 

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Comments

  1. A questo completo e chiaro articolo, mi permetto di aggiungere una chiosa che puo’ essere di qualche utilita’ pratica. Il test Cambridge, pur essendo il migliore (ve ne sono altri a valenza ufficiale) per chi voglia imparare l’inglese per vivere e lavorare, non apre l’accesso all’universita’. A tale fine, e’ richiesto l’esame IELTS, piu’ specifico, di livello C1, con una disciplina piu’ restrittiva di quella generale UE, che per l’accesso all’universita’ richiede il B2 nella lingua di riferimento. Informazioni avute a febbraio 2015 alla rassegna Study in Uk dalla direttrice del British Council di Milano.

    1. Mi permetto caro Francesco di contestarti! Non so perchè vengono date queste informazioni a noi italiani!!
      Io ho parlato con il mio tutor di Oxford, Jeffrey Hackney, professore emerito, diremmo noi, che si occupò della mia admission e ha fatto anche admissions per anni.
      Gli ho fatto – l’ultima volta che ci siamo visti – due domande:
      1. se preferiscono l’IB o gli A levels. Risposta: è uguale, guardiamo al numero di materie e soprattutto ai voti, nonchè all’interview con noi.
      2. se preferiscono lo IELTS o il Proficency per gli studenti internazionali. Risposta: è uguale, guardiamo solo il titolo e il voto.
      Più chiaro di così….
      POi quando ho parlato con le persone di Cambridge Assessment ho rifatto la domanda n. 2 e loro hanno detto che, per le università, è meglio il Proficiency!! Conta che anche lo IELTS lo organizzano loro, quindi non c’era un interesse economico dietro questa riposta, almeno credo.
      Ecco risolviamo questo mistero insieme, Francesco, perchè anche a me ad ogni “fair” in cui vado mi riempiono la testa con questo IELTS.
      Sta di fatto, per quel che conta, che io ho studiato ad Oxford nel 1993-1994 e sono entrata con il Proficency che ho preso – ventunenne – nel dicembre 1990 (grade B).

  2. Concordo anch’io cara Elisabetta che il tuo articolo e dettagliatissimo – eccezionale! Non fai però menzione di una contraddizione che non riesco a capire: mentre IELTS e TOEFL hanno una validità di due anni, gli esami Cambridge non scadono. Per questo motivo io consiglio sempre questi ultimi. Sono venuta a scoprire dai miei alunni che le unìversita in Italia (o almeno Venezia e Padova) li riconoscono solo per due anni. Mi è giunta voce che quando quelli degli esami Cambridge in Inghilterra sono venuti a saperlo hanno scritto al rettore dell’Università di Venezia chiedendo se visto che loro facessero valere il FCE per esempio solo due anni, se anche la laurea conseguita a Venezia valesse solo due anni. Insomma qui nelle scuole tutti fanno il FCE in quarta superiore e non prima per evitare che scadi prima dell’iscrizione all’università. Mi faresti un piacere se tu potessi andare a fondo sulla questione perché non mi va che un ente serio come quello di Cambridge viene poi invalidato dopo due anni solamente in Italia per non so quali interessi!

    Ti ringrazio e ti faccio mille complimenti per il tuo sito ed i tuoi blog estremamente informativi, davvero completi e sempre up-to-date!

    Susan Brodar
    bilingual-communications.weebly.com

    1. Cara Susan,
      sono anche io vittima del sistema. L’ente in cui lavoro mi obbliga, ogni due anni, a sostenere un esame di inglese interamente online, per partecipare alla formazione in lingua che offre ai suoi dipendenti.
      A nulla valgono, nell’ordine: il mio Proficiency, il fatto che ho vissuto in USA e in UK da neonata, bambina, adolescente e giovane adulta in vari momenti della vita, un Master in Diritto Comunitario e Comparato preso ad Oxford (Wadham College), vari incarichi in commissioni e task force e delegazioni internazionali nella mia carriera lavorativa, la circostanza che sto crescendo 3 figli bilingui (okay, questa ultima cosa il mio datore di lavoro potrebbe non saperla, così come non conoscere tutti i podcast che ascolto quotidianamente o i libri che leggo).
      Che importa? Ogni due anni faccio il benedetto test online in cuffia, chiudendomi in stanza. Inutile dirti che per fare il benedetto test non serve saper parlare l’inglese…il computer non ascolta!!
      Evviva la bruocrazia!

  3. Ciao Elisabetta due cose.
    Effettivamente anche a me, come a Francesco, all’incontro del febbraio 2015 alla fiera organizzata dal British Council hanno assolutamente passato il messaggio che gli esami Cambridge sono considerati, nel caso tu voglia entrare in un corso universitario in UK, un gradino sotto gli IELTS, assolutamente più validi e maggiormente riconosciuti.
    Grazie per avermi chiarito una credenza fuorviante!
    Vorrei, invece, farti una domanda per quanto concerne i titoli di studio italiani (la maturità intendo) in caso di iscrizione in Università UK.
    Ovvero, stante che IB e A levels sono parimenti considerati, come viene valutata una maturità italiana?
    conoscono e tengono conto del tipo di scuola da cui viene rilasciata?
    c’e’ chi mi ha detto che valutano differentemente un titolo di studio di una scuola del nord da quello di una scuola del sud, ma è veramente possibile ciò?
    e in ultimo, relativamente a quanto tu sai, che cosa è meglio per uno studente italiano; concentrarsi sull’ottenere una certificazione di lingua inglese di alto livello (Proficency) e superare la maturità italiana con ottimi voti oppure affiancare allo studio scolastico con programmi italiani anche percorsi paralleli (non saprei comunque come e se è possibile) per conseguire contemporaneamente insieme alla maturità, gli A leveles?

    1. Ciao
      Riprendo le tue ultime domande:
      1. “c’e’ chi mi ha detto che valutano differentemente un titolo di studio di una scuola del nord da quello di una scuola del sud, ma è veramente possibile ciò?”. Per essere possibile è possibile, visto che i dati OCSE PISA hanno sovente rilevato come gli studenti italiani del nordest siano molto più bravi di quelli del sud nei test PISA, malgrado spesso ci sia una inflazione di buoni voti al sud piuttosto che al nord. Si vede che qualche admission officer si è preso la briga di leggere i dati.
      2. “che cosa è meglio per uno studente italiano; concentrarsi sull’ottenere una certificazione di lingua inglese di alto livello (Proficency) e superare la maturità italiana con ottimi voti oppure affiancare allo studio scolastico con programmi italiani anche percorsi paralleli”. E’ un problema che non ho risolto ancora. Dipende da troppe variabili. Per la primogenita abbiamo fatto la seconda scelta, ossia quello del percorso parallelo, ma solo tra 5 anni ti saprò dire se ne è valsa la pena (nel suo caso e in quello dei suoi compagni di percorso).
      3. “non saprei comunque come e se è possibile) per conseguire contemporaneamente insieme alla maturità, gli A levels?”. E’ possibile, almeno sulla carta al liceo di mia figlia faranno 5 IGCSE e 2 A levels. Vediamo. Dei Licei Cambridge ho scritto sino alla noia: guarda i vari post da qua: https://www.educazioneglobale.com/tag/igcse/

  4. Su un punto posso rispondere io: il diploma di maturita’ italiano e’ valutato secondo il punteggio conseguito, a prescindere dall’istituto che in concreto lo rilascia, col paradosso che viene sfavorito il diplomato degli istituti piu’ prestigiosi, o presunti tali, notoriamente piu’ stretti di voti. Traduzione pratica: per andare a Oxbridge serve un minimo di 96/100 alla maturita’ ,quindi conviene studiare bene per conto proprio e diplomarsi presso un diplomificio, che il 100 te lo garantisce. Non scherzo: potrei fare il nome di una persona cui cio’ sta succedendo.

  5. Cari Colleghi, sono andato alla fonte, ovvero ai siti di quattro università. Semplificando brutalmente, due “cinque stelle”, ovvero Oxford e Cambridge, una “quattro stelle”, ovvero Edimburgo, e una “tre stelle”, ovvero la Anglia Ruskin, che è anche molto grande. I risultati li potete vedere qui:

    http://www.ox.ac.uk/admissions/undergraduate/international-students/english-language-requirements

    http://www.undergraduate.study.cam.ac.uk/international-students/entrance-requirements

    http://www.ed.ac.uk/studying/international/english/ug-english

    http://www.anglia.ac.uk/international/entry-requirements

    Come vedete, è vero che formalmente sono valide anche attestazioni di altro tipo, come nel caso di Cambridge, che prende per buono anche un voto alto in inglese alla maturità nazionale. Il certificato IELTS però è sempre al primo posto fisico nella lista, e nel caso di Cambridge è anche il riferimento per la conoscenza specifica dell’inglese parlato. Se fossimo in Italia, direi che il messaggio non scritto è “devi avere lo IELTS, se poi sei Joseph Conrad redivivo, ci accontentiamo di qualcosa d’altro”, e che la direttrice del British council di Milano lo ha soltanto reso esplicito. Riferendoci ad una realtà che non conosco, non saprei. Propenderei però per l’ipotesi mia per un’altra ragione: sulla carta nemmeno con un diploma IB ottenuto ad un corso in lingua inglese la conoscenza della lingua è presunta assolutamente; quando però ho parlato con i rappresentanti di Edinburgo e della Anglia Ruskin, mi hanno detto che non c’era alcun problema a questo proposito. Quindi, la differenza fra regole scritte e non scritte mi pare ci sia anche lì. Ad ogni buon conto, è una domanda che farò il prossimo 27 febbraio 2016, alla nuova edizione, già in calendario, della Study in UK.

    1. Gentile Francesco,
      mi permetto di precisare che la lista che include IELTS e Advanced si riferisce ad esami parimenti accettati quindi il primo della lista equivale all’ultimo senza distinzioni.
      Per l’utilità dei lettori aggiungerei l’informazione che l’UCAS (Universities and Colleges Admissions Service) riconosce dei punti extra per i certificati Advanced e Proficiency
      http://www.ucas.com/ucas/undergraduate/getting-started/entry-requirements/tariff/tariff-tables/1206
      La cosa importante a mio avviso è far passare il messaggio che Advanced e Proficiency sono esami di livello, quindi più adatti ad un complessivo miglioramento delle capacità linguistiche mentre l’IELTS è meramente un valido test diagnostico delle proprie conoscenze.

      1. Se noti, io avevo precisato “primo posto fisico”, ammettendo la mia ignoranza sul contesto.
        A proposito, potresti spiegare piu’ in dettaglio la differenza fra lo IELTS e gli altri test cui accenni nelle ultime righe? anche qui (quanto all’inglese sono autodidatta) confesso la mia ignoranza. Grazie!

        1. Quello che gli accademici di solito consigliano è di prepararsi per il Cambridge English Adanced o per il Cambridge English Proficiency qualora si voglia avere il doppio scopo di migliorare solidamente il proprio inglese con esami ancorati al livello CEFR C1 e C2 e avere un certificato valido internazionalmente.
          Se invece si punta ad avere un mero screening delle proprie conoscenze allora ci si prepara per i test di cui parlavi.

  6. Una domanda un po naif di cui mi scuso….esistono certificazioni per poter insegnare l’inglese? Ovviamente in scuole private. Grazie

    1. Non è naif per niente! Si esiste CELTA (Certificate in Teaching English to Speakers of Other Languages) di Cambridge che è quella base per insegnare nelle scuole private (dove si chiede anche esperienza, però), ma non so se basta per una scuola internazionale britannica o americana, credo di no. Ma ce ne sono varie altre meno note: http://www.cambridgeenglish.org/teaching-english/teaching-qualifications/
      Se avessi tempo mi divertirei a fare un corso CELTA, ci avevo pensato…

  7. Grazie ElisabEtta’ vado a vedere. Non mi spiacerebbe fare in un prossimo futuro, della mia passione (l’inglese e le lingue) una professione. Pensavo magari a PLayground per bambini o ad insegnare a ragazzini. Grazie mille.

  8. Buongiorno, mi sapreste dire se esistono scuole/istituti in Italia che effettuano l’accertamento JFLT (joint force Language test)

  9. Ciao Elisabetta, le mie figlie quest anno andranno per 2 mesi in Australia con il programma scolastico di Intercultura. Staranno in famiglia e frequenteranno la scuola lì. Loro hanno 16 anni e hanno preso lo scorso anno il b1.Quando tornano vorrebbero prendere il b2 o c1. Io ho consigliato loro di portarsi lì qualche testo di preparazione al test perché lo stare in un paese anglofono migliorerebbe il listening e lo speaking ma per il reading e writing forse serve esercitarsi su quei tipi di test. Cosa ne pensi? Hai qualche testo da consigliare?

  10. Una volta parlando con un insegnante di inglese mi diceva che per superare quei test sia esso il b2 o c1 bisogna esercitarsi molto sui test perché può accade che chi conosce bene l inglese ma non si esercita sui test può non superarli e al contrario chi non parla bene l inglese se si è esercitato bene può superarli. La mia paura che dopo due mesi di scuola e famiglia in Australia acquisiscono una buona pronuncia, buon livello in listening e speaking ma non nel writing e soprattutto nel reading. E se non ricordo male anche tu hai scritto che una tua amica o collega dopo un anno negli usa non superò il c2….magari perché non si era esercitata…comunque farò scegliere a loro…che peraltro mi dicono:chiedi ad Elisabetta Cassese!

    1. Non ricordo dove ho scritto questa affermazione. Ti posso dire che io ho sostenuto il Proficiency a vent’anni. Ero già bilingue e feci un corso di qualche mese per impratichirmi dei trabocchetti grammaticali britannici. Della mia classe, fui l’unica promossa. Per quanto mi ricordo, però, il vero aiuto del corso fu nella listening comprehension, nel senso che ci facevano sentire anche accenti irlandesi e scozzesi. Per il resto, penso di essere stata aiutata a passarlo solo da due circostanze: il fatto di aver imparato l’inglese vivendo pochi mesi in California, dove fui buttata in una scuola e me la dovetti cavare da sola e il fatto di essere una appassionata lettrice delle sorelle Brontë. Ad oggi, penso di non sapere molto della (relativamente esigua) grammatica inglese. Le cose o “mi suonano” o “non mi suonano”. Se sono in dubbio – a volte mi capita – smonto la frase e dico la stessa cosa in un altro modo, esattamente la stessa cosa che faccio istintivamente in italiano se non mi viene una parola.
      La verità è che ho amato l’inglese proprio perché non mi è stato imposto. Non so quanto siano “quadrate” le tue figlie, ma se fossero ribelli il modo migliore per fargli amare una lingua non è fargliela studiare ma fargliela vivere!
      Mi rendo conto che, dicendo questo, non ti aiuto molto, la mia è una esperienza di discente e non docente. Per il resto, per i libri basta Amazon e per i test basta che cerchi “english c1 past tests” e vedi quante cose ti escono fuori…

  11. Ciao Elisabetta, ecco di nuovo qui a scriverti per un consiglio sulle certificazioni. Le mie figlie di 16 anni dopo due mesi in Australia hanno provato a fare un paio di test sul b2 e avevano un punteggio alto sul listening e non male sul reading. Nello speaking e writing si sentivano abbastanza sicure.
    Hanno sostenuto il test è non l hanno superato…Sigh ! Punteggio 155 (il first si supera con 160). Lo speaking e writing molto bene, listening bene ma reading e use of English basso….visto che sono in terza liceo e le certificazioni danno anche crediti tu cosa consiglieresti?
    fare un corso sul c1 oppure sul b2 per evitare di non prendere nessuna certificazione? Studiare al corso o da soli con buoni libri del sito Cambridge visto che a gennaio ospiteremo una ragazza australiana per un anno …

    1. L’inglese è la lingua madre di culture diverse. Gli esami Cambridge presuppongono una competenza grammaticale che una ragazzina che ha imparato l’inglese in Australia potrebbe non avere. Quando feci il Proficiency a 20 anni ero bilingue, ma avevo appreso principalmente l’American English, dunque persino io feci un corso di qualche mese di preparazione per rinfrescare lo spelling britannico e le regole grammaticali e sintattiche più ostiche, in gran parte disattese anche da chi scrive bene (tipo il tabù dello split infinitive..).
      Fai fare alle figlie delle lezioni sulla grammatica al livello B2 e fagli riprovare il First. Come hai notato ai fini dei crediti formativi sostenere più esami conviene (finché Bussetti non cambia le carte in tavola a cavolo, come ha fatto con l’Alternanza scuola-lavoro…la scuola italiana è una tragedia e gli italiani dovrebbero ricordarselo quando votano…)

      1. Mi permetterei di dir questo: la conoscenza “da esame” sicuramente ha un valore, ma non sempre coincide con la conoscenza “della vita quotidiana”. Prendete qualsiasi persona la quale guidi da vent’anni senza una multa ne’ un incidente e fategli sostenere a sorpresa l’esame per la patente: non sarei sicuro dell’esito!

  12. Lo so sono pienamente d’accordo con te infatti le mie figlie sono tornate dall Australia con una bella padronanza della lingua…a scuola nell’ altro emisfero le hanno scambiate per ragazze del posto già dopo un mese che erano lì. Ma non hanno superato il b2 perché lo speaking e il liste ning sono solo due prove. E le certificazioni servono all università e al liceo…dovranno studiare un po’ per il reading e use of English se vorranno ottenerle. …

    1. Confermo che per passare queste certificazioni bisogna, oltre se sapere ovviamente la lingua, anche (e a volte soprattutto) essere pratici del tipo di test. Anche io consiglio un corso che possa aiutarle nell’impratichirsi nel test e soprattutto di farne tanti per esercitarsi, comprendere i tranelli e gestirsi bene il tempo.

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