Della dislessia per molto tempo si è saputo relativamente poco. Non sono una esperta, ma, da quanto ho letto, sebbene le cause esatte della dislessia non siano ancora del tutto chiare, gli studi mostrano differenze nel modo in cui il cervello di una persona con dislessia si sviluppa e funziona. In altre parole, con questo disturbo dell’apprendimento, che comporta problemi che possono includere difficoltà nella lettura, nella scrittura a mano, nella pronuncia delle parole durante la lettura ad alta voce e nella comprensione di ciò che si legge, ci si nasce.
La dislessia non è però dovuta a una mancanza di intelligenza o di voglia di imparare; con opportuni metodi di insegnamento, gli studenti con dislessia possono apprendere con successo.
L’impatto della dislessia dipende dalla gravità della condizione e dall’efficacia dell’aiuto ottenuto. Non si può comunque fare una diagnosi di dislessia se non in presenza di precisi criteri che permangono dopo la frequenza della seconda elementare, quando il bambino dislessico compie errori caratteristici come, ad esempio, l’inversione di lettere e numeri o la sostituzione di lettere.
Oggi tanti sono gli strumenti disponibili per aiutare i dislessici e moltissime le informazioni che si possono trovare sui siti specializzati, a cominciare da quello della Associazione Italiana Dislessia ma anche su siti web come Tutto DSA e nei tantissimi forum di discussione sull’argomento.
Sterminato è il numero delle risorse in inglese, dal sito della Associazione Internazionale Dislessia ai siti con giochi online per dislessici, come Dyslexiagames.
Alla dislessia e agli altri Disturbi Specifici dell’Apprendimento dedica un spazio anche il MIUR; norme generali e piani di studio personalizzati sono previsti nelle scuole per chi ha una DSA e ha, dunque, Bisogni Educativi Speciali (BES).
Malgrado tutto ciò, l’apprendimento dell’inglese come seconda lingua (dunque per i bambini italiani monolingui) rimane uno scoglio per molti studenti dislessici.
Leggere e scrivere in inglese è particolarmente difficile per gli studenti stranieri che sono dislessici. Per i dislessici è, infatti, più idonea una lingua che si legge cosi come si scrive (italiano, spagnolo, finlandese, francese) piuttosto che una lingua come l’inglese, che ha una ortografia “opaca”. In inglese, infatti, non c’è una regola fissa e lo spelling delle parole è molto vario, anche a fronte dello stesso suono nel parlato. Vorrei quindi segnalare una risorsa che può essere interessante per chi ha figli dislessici ma ci tiene comunque che questi conoscano l’inglese.
E’ un campo estivo, si chiama Digital Summer Adventure (l’acronimo gioca così con l’omologo DSA), organizzato da una Onlus, Canalescuola, che è accreditata dal MIUR.
Il camp è rivolto a studenti con DSA e BES della scuola secondaria di primo e secondo grado (dunque studenti dagli 11 ai 19 anni) che abbiano difficoltà nell’apprendimento dell’inglese.
Digital Summer Adventure si è già tenuto la scorsa estate e verrà riproposto nella stessa location a Norwich, in Inghilterra, per due settimane (dal 16 al 30 luglio 2017).
Le lezioni di inglese sono di tipo esperienziale e sono tenute da un’insegnante madrelingua, specializzata nell’insegnamento dell’inglese come seconda lingua ad adolescenti con dislessia.
L’aspetto comunicativo è predominante anche nelle attività pomeridiane svolte in lingua, ugualmente coordinate dall’insegnante inglese ma tenute da visiting guests.
Lo staff di Canalescuola accompagnerà gli studenti dall’Italia e avrà il compito di supervisionare gli studenti nel tempo libero. Ci sarà possibilità per i ragazzi di praticare la lingua anche con le persone del posto e gli ospiti di Eaton Vale Activity Centre, sede del corso (qui le foto che documentano il campus 2016).
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