Sta per finire la scuola e, per i genitori che lavorano, che non hanno una tata fissa o nonni che si mettono a disposizione per tutto il giorno per prendersi cura dei nipotini, si pone il problema di scegliere un centro estivo in città o un campo estivo (summer camp) residenziale ed è bene cominciare a pensarci già da ora, come ho scritto in quest’altro post.
Ma quali sono le differenze tra l’una e l’altra opzione?
Per centro estivo si intende una struttura che si attrezza per accogliere bambini e ragazzi organizzando per loro una giornata che, più o meno, equivale, come durata, ad una giornata di scuola a tempo pieno. Insomma, i centri estivi non residenziali vere vacanze non sono, ma ci si avvicinano!
Il summer camp invece è un po’ l’evoluzione di quelle che erano un tempo le colonie estive. Si tratta di una struttura nella quale si organizzano vere e proprie vacanze lontano dai genitori. I bambini, divisi in gruppi per età, come nei centri estivi, svolgono durante la giornata una serie di attività ma mangiano e dormono fuori casa.
Solitamente sia i centri estivi, sia i campi estivi residenziali sono organizzati per settimane: il genitore può scegliere se far fare al figlio una, due o più settimane, oppure di alternare più centri estivi o campi estivi residenziali.
Nell’uno come nell’altro caso, l’offerta è variegata, sia come attività proposte, sia nei costi, che sono più contenuti se ci si rivolge a scuole e oratori, più elevati se si scelgono strutture e centri sportivi privati. Infatti, se è vero che la maggior parte dei centri estivi o campi estivi residenziali sono di tipo sportivo (anche per compensare un anno scolastico vissuto prevalentemente seduti) non mancano centri e campi estivi di altro tipo, con laboratori artistici, scientifici, con lezioni di inglese o giochi all’aperto o in piscina.
Alcuni organizzano la giornata intorno ad un’attività principale, spesso sportiva, con alcune attività accessorie, altri centri e campi sono organizzati intorno a giochi di gruppo (palla avvelenata, calcetto, ruba bandiera, caccia al tesoro). Quasi tutti i centri estivi per l’ultimo giorno di ogni settimana prevedono una festa o un saggio finale, con gare sportive oppure piccoli spettacoli, in base a quanto fatto nel corso degli altri giorni.
Per quanto riguarda i centri estivi, come trovare quello che fa al caso proprio?
I centri estivi vengono organizzati da associazioni e circoli sportivi, dai musei dei bambini, dagli acquari, dagli zoo e bioparchi, dai musei di scienze naturali e zoologia, da alcune scuole (principalmente da scuole private come asili nido e scuole dell’infanzia ma, nel caso delle scuole primarie, anche da alcune scuole pubbliche, con finanziamento del Comune o con fondi europei).
In alcune città è il comune stesso che, servendosi di cooperative, organizza un centro estivo.
Pertanto, per trovare il centro estivo più vicino a casa o quello più congeniale al bambino, è bene contattare circoli sportivi, musei e scuole del quartiere, ma anche usare il web.
L’offerta è maggiore per chi vive in una città medio-grande e per i bambini più grandicelli (dai 6 anni) ma ci sono centri estivi che accolgono anche i più piccoli (dai 3 ai 6 anni).
Chi cerca strumenti per migliorare la conoscenza dell’inglese da parte dei propri figli può andarsi a rileggere il post su Idee per l’estate: centri estivi in inglese
Le famiglie religiose possono rivolgersi anche alla propria parrocchia, per verificare se organizza un “Grest”. Nel 2012 un milione e mezzo di ragazzi italiani hanno frequentato i Grest (gruppi estivi), i Cre (centri ricreativi estivi) e le Er (Estate ragazzi). Ma che vogliono dire queste sigle? Si tratta di nomi diversi per quelle che un tempo erano semplicemente “le vacanze in oratorio” e che adesso sono organizzate in modo più “scientifico”. Il centro estivo in parrocchia non accoglie solo i piccoli ma si serve e forma gruppi di adolescenti che, in modo volontario e sotto la guida di parroci e preti, organizzano la giornata dei bambini. L’oratorio è aperto anche alle famiglie non credenti, ed è, in fondo, un piccolo patrimonio del territorio o di un quartiere. Rispetto ai centri estivi tradizionali, il contributo economico che i Grest chiedono alle famiglie è minimo. Chi non può pagarlo è accettato gratuitamente.
Chi invece cercasse un centro estivo residenziale (ossia con pernottamento) continui a leggere Educazione Globale perché se ne riparlerà nelle prossime settimane…
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