consigli e risorse per essere cosmopoliti

Open Day, orientamento in entrata: ma quanto è difficile scegliere una scuola?

educazioneglobale open day 2014Anche quest’anno è arrivato quel momento: il momento degli open day delle scuole di ogni ordine e grado, in vista delle iscrizioni, che ormai si fanno solo online, nei mesi di gennaio e febbraio.

Ormai sono tanti anni che giro per scuole e per open day: sono diventata anche brava sulle domande da fare.

Le domande sono cruciali e forse gli open day non sono il momento più adatto per farle: troppa ressa, in questi casi è meglio ascoltare e osservare.

Per le domande, meglio prendere appuntamento con il dirigente scolastico.

MA QUALI DOMANDE FARE?

Le ho elencate tutte, ma proprio tutte, per ogni ordine e grado sul mio EBOOK Come scegliere la scuola che, ecco la notizia di fine anno, è ora disponibile anche per kindle, su AMAZON.

Nel lontano 2003, quando avevo una sola figlia, di circa due anni, ho cominciato a bussare alle porte delle scuole dell’infanzia della mia zona. Avevo iniziato dalle scuole pubbliche, avevo continuato – inizialmente con un po’ di scetticismo – a vedere anche le private. Facevo domande semplici del tipo “i bambini possono riposare il pomeriggio?”, “avete uno spazio all’aperto?” e interrogavo spesso le educatrici sulle scuole dell’infanzia di Reggio Emilia e sul metodo Montessori, ricavandone ogni volta una risposta diversa, che poi cercavo di ricucire insieme ai miei ricordi di ex allieva di una scuola materna Montessori.

Fu proprio andando in giro per le scuole ed incontrando insegnanti, talvolta da sola ma più spesso con mio marito, discutendo e confrontando opinioni, che riuscii a mettere a fuoco quello che realmente volevo (tema sul quale, però, non mi dilungo).

Sono passati alcuni anni ma, anche quando soddisfatta delle scelte operate, non ho mai smesso di guardarmi intorno. Quando vicino casa introdussero l’International Baccalaureate in una costosissima scuola internazionale decisi che valeva bene la pena chiedere due ore di permesso al lavoro per infilarsi al relativo open day a farsi spiegare, per la prima volta, il funzionamento del bac internazionale. Pazienza se, per non sembrare troppo ossessiva, finii per mentire sulla reale età dei miei figli: all’epoca erano solo due e la grande faceva solo la quarta primaria, un po’ presto per andare ad un open di una high school.

Lo stesso anno andai a visitare una scuola che offriva il Liceo Classico Europeo, tra frotte di ragazzine di terza media, accompagnate da genitori ansiosi e preparati. Forse oggi la cosa non stupirebbe più nessuno. Di anno in anno, infatti, il processo di scelta si fa più decisivo e frotte di mamme agguerrite vanno in giro con brochure mal stampate (nelle scuole pubbliche) o patinate (nelle private) ponendo domande fantasiose o generiche su programmi e docenti, mensa biologica e bullismo, certificazioni di lingua, quadri orari e prove Invalsi.

Davanti allo “shopping around” delle famiglie i più tradizionalisti arricciano il naso, lamentando che, ormai, famiglie e studenti scelgono le scuole come se facessero la spesa al supermercato. E perché no? In fondo si tratta di decisioni importanti, che influenzano la vita della famiglia e la cultura dei figli. Ogni studente, se non ricordo male, costa circa 6/7 mila euro allo Stato italiano e sono soldi di noi contribuenti. Dunque anche il genitore che non sceglie la scuola privata fa bene a domandare, riflettere e comparare le offerte formative per esercitare il proprio diritto a scegliere la scuola migliore per i propri figli.

Allora, visto che ci ho scritto un libro, qual è il metodo migliore per scegliere una scuola?

1. ELENCARE LE VOSTRE PRIORITA’ 

Prima di scegliere una scuola, consiglio ai genitori di dare priorità ciò che è più importante per il loro bambino/ragazzo e la famiglia, prendendo in considerazione tutti gli aspetti: quelli accademici ma anche le strutture della scuola, le attività extrascolastiche e la distanza e i trasporti tra casa e scuola. Prima di visitare una scuola è bene fare una conversazione in famiglia sulle priorità educative. Su cosa puntate? Su cosa non transigete? Una buona insegnante di latino? La scuola vicino casa, dove poter andare a piedi? Un corso extra di lingua straniera? Una bella palestra?

2. ELENCARE LE SCUOLE DA VISITARE

Come scegliere quali scuole visitare? Fate qualche ricerca prima. Quali sono le scuole di zona? Quali sono le scuole non di zona di cui parlano le persone che conoscete? Qual’è la scuola che si vanta di essere la migliore o tra le migliori della città? E’ bene visitarla, se non altro per avere un qualche termine di paragone.

3. SFRUTTARE GLI OPEN DAY

L’open day è cruciale per capire l’organizzazione della scuola, il programma didattico la struttura e la dirigenza scolastica e ci sono trucchi per sfruttare al meglio queste giornate in cui le scuole ci aprono le loro porte. Gli open day consentono di capire tante cose di una scuola, ma, ovviamente, tante altre restano nell’ombra, soprattutto i docenti, direi. Agli open day se ne vedono solo alcuni, infatti e, solitamente, quelli più bravi a presentare in pubblico l’offerta formativa. Per gli altri, per capire come realmente sono, converrebbe chiedere agli studenti. Anche gli studenti peggiori sanno riconoscere i professori migliori.

UN MOMENTO PARTICOLARE: LA SCELTA DEL LICEO

Per la scelta delle scuole secondarie di secondo grado o, a dirla più brevemente, per le scuole superiori, le cose si fanno ancora più serie. I ragazzi vogliono sapere dove vanno i loro amici e quali sono i licei più internazionali; i genitori confrontano indirizzi e programmi, orari ed esperienze e discutono di come funziona l’esame di Stato finale.

A parte gli istituti tecnici d’eccellenza, che stanno perlopiù nel nord-est, nelle grandi città italiane, per il liceo, i veri magneti sono i grandi licei classici e scientifici rinomati da generazioni, ognuno dei quali può vantare qualche persona nota tra i suoi ex alunni.

Alcuni li scelgono di default (ossia, in automatico), per il prestigio. Salvo scoprire poi, come è successo a qualche conoscente, che la fama di eccellenza se la sono guadagnata bocciando o allontando gli alunni che hanno difficoltà (“le consiglio di scegliere un liceo meno severo per suo figlio”), che di anno o di trimestre all’estero neanche a parlarne (perché altrimenti la ragazza “rimane indietro con il programma”), che la palestra è fuori uso magari da quattro mesi, tanto il liceo è talmente rinomato che nessuno se ne accorge, visto che, poi, è frequentato da famiglie la stragrande maggioranza delle quali può spendere per le attività extrascolastiche dei figli.

Va tutto bene: basta solo saperle queste cose, perché un liceo così può essere la scelta giusta per alcuni, ma non per altri. Insomma, la scelta di una scuola è una questione profondamente individuale. Chi, infatti, può comprendere le inclinazioni dello studente e la cultura famigliare?

QUALI SONO LE DOMANDE PIU’IMPORTANTI DA PORSI SE SI VISITA UN LICEO?

educazioneglobale quale scuola scelgoUna domanda-chiave è cosa fanno gli studenti “dopo”? Quanti proseguono per l’università e verso quali università sono orientati?

OLTRE AL MIO EBOOK, nel quale ho affrontato questo tema più in dettaglio, vi sono altri strumenti utili. Per esempio per le scuola superiori, ma solo per licei ed istituti tecnici, da quest’anno esiste uno strumento valutativo in più messo a disposizione dalla Fondazione Giovanni Agnelli, di cui avevo già parlato in un mio post un po’ di tempo fa.

Si chiama eduscopio ed è una mappa delle scuole superiori. Sul sito www.eduscopio.it è possibile confrontare la qualità di oltre quattromila scuole superiori su tutto il territorio italiano – licei e istituti tecnici, pubblici e privati.

È un sito web gratuito, utile non solo per gli studenti e le loro famiglie, ma anche per i docenti e i dirigenti scolastici. Misura i risultati al primo anno di università di 700 mila diplomati italiani (voti agli esami e crediti). Sulla base di questi dati, chi vive a Milano scoprirà, ad esempio, che il migliore liceo scientifico è lo statale Alessandro Volta e il primo classico il Sacro Cuore (della Compagnia delle Opere), seguito da tre licei statali: Carducci, Berchet e Parini.

A Roma invece, dove la tradizione della scuola privata è meno solida, sono i grandi licei pubblici a vantare le prime posizioni: tra gli scientifici il primo posto sorprendentemente non è del Righi ma del Virgilio, seguito dal Mamiani e, solo terzo, il Righi, mentre, tra i classici, vince il Tasso, seguito dal Kant e dal Mamiani, con il famosissimo Visconti solo sesto.

Ma anche chi abita in una piccola provincia su Eduscopio trova dati per orientare al meglio la scelta.

Per chi abita a Roma, infine, c’è un libro che vi risparmia un po’ di ricerche sul web. E’ una guida alle 230 scuole pubbliche della capitale, si chiama Le Superiori. Scuole di Roma della giornalista Luisa Arezzo (edizioni Pne) uno strumento in più per chi ha bisogno di aiuto nello scegliere una scuola.

Se ti piace questo ‘post’ iscriviti ad educazioneglobale. Ti potrebbero anche interessare:

Comments

    1. E’ ovvio che una impresa digitale, in quanto virtuale, crea pochi posti di lavoro. Produrre un “bene virtuale”, passami la definizione, richiede pochi lavoratori con grandi skill e non tanti lavoratori con pochi skill (l’opposto della fabbrica tradizionale).
      Prendi per esempio il mio ebook in vendita su questo sito: praticamente ci ho lavorato da sola, con qualche aiuto tecnico da una seconda persona.
      Niente editore, distributore, stampatore, correttore di bozze o grafico per la copertina (quest’ultima lacuna, lo ammetto, si sente…). L’esempio è piccolo piccolo ma calzante.

      A proposito del futuro (e dello Uber-capitalismo, come lo chiamava l’ultimo numero del magazine “IL” de “Il Sole 24 ore”) non se hai anche letto il resoconto del viaggio nella Silicon Valley fatto da Fabrizio Saccomanni http://www.anesdigital.it/wp-content/uploads/2014/10/LEspresso.pdf e del nuovo paradigma delle imprese digitali (SMAC – social mobile analytics cloud), vale la pena.

      Quanto alla tua domanda direi che è la domanda da un milione di dollari…
      Di primo acchitto, per provocare, direi certo più l’International Baccalaureate che il Liceo Classico….

      Più concretamente, una scuola dove si lavori molto in gruppo, si insegni a discutere e sostenere le proprie idee (debating), dove si impari quella lingua franca che è l’inglese come fosse “l’altra” lingua propria, se non altro per accedere all’innovazione, una scuola con molte scienze e matematica, una scuola dove si usino le tecnologie per creare e non per consumare (sapendo che le tecnologie di oggi saranno obsolete domani), dove si attui la flipped clasroom…. sperando che tutto questo basti per imparare ad essere innovatori…mica facile!

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *