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Con il senno di poi: 20 cose che i genitori farebbero diversamente se potessero tornare indietro

Devo l’idea di questo esercizio di autoanalisi e di “outing” alla mia amica E.R., che qui pubblicamente ringrazio.

Ha cominciato lei spontaneamente. Un giorno al telefono mi ha detto: “Elisabetta, se tornassi indietro ci sono almeno un paio di cose che non farei più e che penso di aver sbagliato con mio figlio”.

Dal pomeriggio in cui ne parlammo, ho cominciato ad interrogarmi anche io sulle cose che tornando indietro non farei più e su quelle che avrei potuto far meglio.

Per chi ha più di un figlio, questo esercizio, poi, si deve declinare in vari modi e tempi, perché spesso un genitore tratta in modo eguale situazioni diverse.

Del resto, essere genitore non è un “mestiere” – come a volte erroneamente si afferma – e non vi sono formule magiche perché la realtà individuale ma anche la cultura delle diverse epoche determina il modo in cui cresciamo i nostri cuccioli.

Pensare che con il senno di poi si sarebbe agito diversamente non vuol dire, necessariamente, sentirsi in colpa.

Le madri e i padri con cui mi sono confrontata, ponendo a tutti la medesima domanda, sono tutti diversamente in gamba. Parliamo di peccati veniali, insomma. Allora perché piangere sul latte versato? Forse perché si tratta più di riflettere che di rimpiangere. E perché, in fin dei conti, ragionare con il senno di poi serve anche a crescere, non solo come genitore, ma come persona (in parte ne ho già scritto in 10 cose che ho imparato in 15 anni da mamma).

Così sono andata a raccogliere gli “errori” che i genitori che ho intervistato ritengono di aver fatto con i propri figli, compresa l’indicazione di cosa avrebbero fatto diversamente. Li elenco volutamente in ordine sparso; tra di essi, vi sono anche i miei.

Chi mi legge può decidere di prendere l’elenco che segue come un intrattenimento, come lo spunto per una riflessione sul proprio essere genitore oppure – anche – come una lista di buoni propositi per il prossimo anno.

Cominciamo?

Cosa ritieni di aver sbagliato come genitore e cosa faresti diversamente se tornassi indietro?

– “Avrei voluto passare più tempo a giocare con i miei figli e divertirci insieme (sia per loro, sia per me!). Ora che sono adolescenti – e un po’ mi evitano – mi accorgo di quanto sarebbe stato importante poterli andare a prendere a scuola più spesso e passarci più tempo”;

– “Tornando indietro iscriverei mio figlio agli scout. Ora che è grande mi accorgo che sarebbe stato importante avere un gruppo di amici da vedere la domenica. Si sarebbe abituato ad aiutare gli altri (mi pare che il motto degli scout sia ‘nessuno resta indietro’), a mangiare qualcosa anche se è caduto per terra, ad avere rapporti più facili con tutti. Per un figlio unico sarebbe stato importante, chissà perché non ci ho pensato”;

– “Con mia figlia avrei dovuto capire che non era il caso di insistere con le lezioni di musica. Ad un certo punto è diventato tutto difficile: il grado di impegno richiesto, gli accompagni a lezione, le mie arrabbiature, i suoi musi… e oggi non suona neanche se la paghi”;

– “Vorrei non aver comparato mio figlio ad altri bambini. Mi sono così preoccupata del fatto che gli altri bambini hanno camminato o parlato prima o che i suoi compagni scrivevano meglio… ora che vedo mio figlio grande con i suoi amici mi accorgo di quanto ognuno di loro già fosse ‘tutto là’…mi capisci? Intendo dire che ognuno di loro era, già allora, quello che sarebbe diventato…e che ci sono troppe variabili in gioco per confrontare le persone tra di loro”;

– “Vorrei non aver comprato così tanti giocattoli”;

– “Vorrei aver avuto figli da giovane! A quarant’anni è stato faticosissimo, lo sconsiglio”;

– “Se tornassi indietro cercherei di impegnarmi di più e tenere un canale di comunicazione aperto con le mie figlie. Vorrei essere riuscito a non fare facce strane quando mi raccontavano le cose. Sai, tipo non sembrare deluso quando a undici o dodici anni facevano qualcosa che non avrebbero dovuto. Certe volte sono stato inutilmente duro”;

– “Tornando indietro gli farei fare uno sport di gruppo o uno sport di squadra. Cercherei di trovare quello che gli piace e lo farei continuare con costanza”;

– “Una cosa che non farei oggi e che consiglio a tutti di non fare è di aiutare troppo con i compiti. Ho fatto sempre fare i compiti ai miei bambini sedendomi vicino: sbagliatissimo! In questo la scuola italiana non ti aiuta, perché dà a volte compiti impossibili senza l’aiuto dei grandi. Invece mentre i bambini fanno i compiti, meglio stare in un’altra stanza a leggere un libro o una rivista (e non stare al telefono! I bambini ci guardano e ci imitano!). Se per caso non fanno i compiti che sia la maestra ad intervenire. Se tutti i genitori facessero così sono sicura che i compiti sarebbero molti di meno!”;

– “Amo le mie figlie, quindi non mi fraintendere… ma tornando indietro non avrei proprio figli. Sono troppo ansiosa ed è troppo faticoso, ho capito che non era per me. Ovviamente ora ci sono e farò di tutto affinché siano felici”;

– “Invece di portarli ai gonfiabili li porterei al parco e invece di organizzargli i pomeriggi con gli amichetti li porterei a lezioni di coding. Tempo speso molto meglio!”;

– “Francamente, tornando indietro sarei molto più dura. Poche regole ma, su quelle, nessuna concessione. E niente ipad, altrimenti stanno con i videogiochi anche al ristorante”;

– “Vorrei che avessimo viaggiato di più quando erano piccole, come fanno in nordeuropa…invece ci siamo fatti un sacco di problemi inutili..”;

– “Tornando indietro? Niente feste, specialmente da piccoli! Un sacco di tempo e di soldi spesi inutilmente”;

– “È bello che i bambini imparino a dire ‘per favore’ e ‘grazie’. Oggi penso che la gentilezza d’animo sia più importante delle buone maniere. Non so bene come avrei potuto insegnargliela, ma tornando indietro ci farei una riflessione”;

– “Sugli errori non lo so, lo diranno loro da grandi. Sulle cose da fare diversamente ci sto lavorando: vorrei provare a incoraggiarli di più a seguire le loro passioni”;

– “Se fosse di nuovo piccola, la manderei ad una scuola internazionale da subito. All’epoca però mia moglie non era d’accordo, ora si è ricreduta anche lei”;

– “Tornando indietro vorrei essere stata meno seria e più ridanciana”;

– “Una cosa che non rifarei: non ho mai passato del tempo con loro individualmente. Avevo poco tempo e li ho trattati sempre da gemelli. Ho parlato loro sempre al plurale…forse per questo c’è tanta rivalità…chi lo sa…”;

– “Questo non ha a che fare con me come genitore, ma oggi non giudicherei mai gli altri genitori. Ognuno faccia come crede e viva sereno!”.

E tu? Che genitore vorresti essere o essere stato? Cosa faresti diversamente?

Se hai qualcosa da raccontare, aggiungi un commento a questo post, direttamente sul blog Educazione Globale.

Buon inizio 2020 a tutti!

 

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Comments

  1. Bello questo post Elisabetta…. mi ritrovo in parecchi punti, anche se come genitore come fai e fai sbagli o pensi di sbagliare! Buon anno!

  2. Sono contenta di NON aver avuto figli a vent’anni, non avrei vissuto la mia vita appieno, non avrei potuto dedicargli tutto il tempo necessario, il matrimonio ne avrebbe risentito (70% di divorzi in Italia perchè non parlarne ?). Averne alle soglie dei quaranta può essere indubbiamente più faticoso ma adesso mi sento più matura per farlo, più consapevole senza dover per forza sacrificare la mia giovinezza.

  3. Non sono un genitore, purtroppo, ma ringrazio i miei genitori di avermi portato a lezione di musica. Faccio tutt’altro nella vita, ma penso che la musica ti dia una dimensione aggiuntiva, ti fa apprezzare ad esempio il significato di buona o cattiva musica, ti fa capire il lavoro che c’è dietro a quello che ascoltiamo (e di farti quattro risate quando guardi certi programmi televisivi dove presunti giudici che non conoscono la differenza tra due note si permettono di giudicare cantanti o musicisti). Mi dispiace che questa arte sia stata relegata a qualche canzonetta che ascoltiamo per radio. E’ importante per la nostra cultura, per la nostra storia. Però da piccoli non si comprende tranne quando magari i genitori non ti portano ad imparare a suonare uno strumento.

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