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Cosa è e come funziona l’IB? L’International Baccalaureate in parole semplici

educazioneglobale IB WORLDÈ di gran lunga l’esame di maturità più internazionale, ma non è solo un esame, è anche un curriculum interessante, sfidante e aperto ai grandi problemi globali.

Apre le porte delle università di mezzo mondo ma è anche molto selettivo ed estremamente meritocratico: i risultati degli esami sono corretti a livello centrale e pongono il candidato in concorrenza con tutti coloro che sostengono quegli stessi esami.

Normalmente si sostiene in inglese, ma esiste anche in francese e spagnolo.

Di che cosa parlo?

Dell’International Baccalaureate (detto brevemente IB), un baccellierato internazionale offerto nelle scuole internazionali di tutto il mondo, ma anche in molte scuole inglesi pubbliche e private.

E’ un percorso di studi che si sostiene tra i 16 e i 18/19 anni all’interno del quale lo studente sceglie le materie che vuole studiare.

Ma come funziona, in concreto, l’esame di Diploma IB?

L’IB raggruppa le materie in 6 gruppi:

  • gruppo 1: lingua e letteratura;
  • gruppo 2: language acquisition (ossia la seconda lingua);
  • gruppo 3: individui e società (vi fanno capo le discpline che rientrano tra le scienze economiche e sociali, come business e management, economia, antropologia, storia, psicologia, ad esempio);
  • gruppo 4: scienze sperimentali (biologia, chimica, tecnologia e design, fisica ecc.);
  • gruppo 5: matematica e informatica;
  • gruppo 6: le arti (danza, musica, teatro, cinema, arti visive).

Gli studenti del programma di Diploma IB devono scegliere una materia da ciascuno dei gruppi da 1 a 5. Oltre a queste, gli studenti studiano una sesta materia scelta dal gruppo 6 o da qualsiasi gruppo tra 1 e 5.

Oltre alle materie ci sono, poi, i livelli, nel senso che ogni materia può essere sostenuta ad un livello più o meno avanzato. Tre o quattro materie vanno fatte al livello superiore e il resto al livello standard.

Ma il vero fiore all’occhiello dell’IB non sono (solo) le materie fondamentali, ma i componenti aggiuntivi (obbligatori).  Infatti, oltre allo studio disciplinare e interdisciplinare, il Diploma IB ha tre ulteriori componenti obbligatorie.

La prima componente è un insegnamento in più, obbligatorio per tutti e trasversale. La materia si chiama “teoria della conoscenza” (Theory of Knowledge – TOK) e, sostanzialmente, è un corso base di epistemologia che ha lo scopo di sviluppare il pensiero critico e spingere gli studenti a trovare le connessioni tra i vari insegnamenti.

La seconda componente è un saggio esteso di 4.000 parole, che gli studenti devono scrivere svolgendo una ricerca indipendente, attraverso l’approfondimento di un argomento relativo ad una delle materie che hanno scelto. L’IB prevede – secondo la tipica etica protestante – un rigoroso patto etico da parte di studenti e delle loro famiglie che si impegnano per iscritto (c’è una sorta di codice d’onore) a garantire che il lavoro è originale dell’allievo, senza possibilità di copiare e di farsi aiutare. Chi contravviene a queste regole è fuori (ecco qualcosa che nella scuola italiana servirebbe molto…).

La terza componente risponde all’acronimo di CAS, che sta per Creatività, Azione e Servizio. L’area della creatività incoraggia gli studenti a farsi coinvolgere nelle arti e utilizzare il pensiero creativo, quella di azione mira a sviluppare uno stile di vita sano attraverso l’attività fisica e quella di servizio alla comunità è forse la più importante ed è quella che mira a responsabilizzare lo studente e a renderlo parte di una comunità più allargata. Insomma la componente CAS richiede agli studenti di partecipare ad attività artistiche, sportive e comunitarie per tutto il periodo di studio, per promuovere la consapevolezza della vita al di fuori del contesto puramente “accademico”. Si tratta delle tipiche esperienze sempre presenti nei cv anglossassoni e che vengono valutate positivamente sia dalle Università, sia dai futuri datori di lavoro.

Il Baccellierato Internazionale (IB) dipende dall’IBO, che è una fondazione educativa senza scopo di lucro, fondata nel 1968. L’IBO attualmente collabora con 3.875 scuole in 147 paesi per sviluppare e offrire programmi di studio per più di 1.220.000 studenti dai 3 ai 19 anni.

Infatti, oltre al programma di diploma, il sistema l’IBO offre altri programmi di formazione internazionale e, quindi, la possibilità di una esperienza educativa internazionale che va dall’infanzia (PYP – Primary years program, per la scuola primaria), passando per la scuola media (Middle Years Program) per poi arrivare al Diploma IB vero e proprio. Ogni scuola che voglia offrire un percorso IB deve prima avere una serie di requisiti e ricevere l’autorizzazione dall’IBO. I requisiti sono gli stessi per tutte le scuole e la procedura di autorizzazione è molto rigorosa. Tutte le scuole sono poi sottoposte continuamente a verifiche.

Insomma, quali sono i vantaggi del sistema IB per uno studente italiano che è in grado di sostenerne lo studio in inglese?

  • Il primo è che si può entrare in quasi tutte le università del mondo (a parte la questione della lingua e del voto finale: ad es. in Francia l’I.B. è riconosciuto purché si sia sostenuto in francese o almeno con francese L2 con ottimi voti; ad Oxbridge ovviamente si entra solo con voti altissimi nell’esame finale).
  • Il secondo vantaggio è che le scuole superiori IB durano solo 4 anni (il Diploma IB, di per sè, dura solo 2 anni) e quindi si esce un anno prima.

Quali gli svantaggi? Dal punto di vista di molti genitori, il difetto principale è il costo, che di certo pesa assai nello scegliere la scuola.

Una volta, in un commento ad un post, questo blog è stato neanche troppo velatamente accusato di essere “il club delle scuole internazionali” (dunque di scuole private ed elitarie, se non altro per le rette che vengono chieste alle famiglie). A scanso di equivoci vorrei chiarire che il mio interesse per l’IB nasce da un fatto, ossia che è – per ora – l’unico modello o standard educativo pensato per formare i futuri cittadini del mondo globale e non di un singolo Stato Nazionale e questo ha molto a che vedere con la mission stessa di educazioneglobale.

Peccato che l’IB non sia uno standard accessibile a tutti e, dunque, democratico. Entrare nei posti dove è offerto gratuitamente o a poco prezzo è riservato a pochi studenti eccezionalmente maturi e talentuosi. In tutti gli altri casi, ci si trova a pagare una scuola internazionale con rette che, per la scuola superiore, oscillano tra i 18.000 o 22.000 euro l’anno (almeno per le grandi città italiane). Si tratta di costi veramente proibitivi, per quasi tutte le famiglie, specie per quelle con più figli (ed è per questo che nessuno dei miei figli fa l’IB).

Eppure, malgrado gli ingenti costi, l’IB gode di un crescente successo. Se prima era una stranezza da figli di diplomatici ora è molto amato da studenti e famiglie; tuttavia sbagliano coloro che, avendo i mezzi, scelgono l’IB per i propri figli solo per l’inglese. L’IB non va visto come un percorso di istruzione “in lingua”, ma, come si è visto, come qualcosa di molto diverso. Scegliere una scuola non è mai banale, per questo sul tema ho scritto un ebook. Optando per l’IB si accede ad un programma internazionale rigoroso, competitivo e selettivo. La lingua è il mezzo – e non il fine – di una simile scelta. Inoltre, come si è accennato e contrariamente a quanto molti pensano, l’IB non porta automaticamente nelle migliori università del mondo perché questo dipende dai risultati che si ottengono, insomma da quanto un allievo è brillante.

Chi volesse un percorso più radicato nella cultura italiana, con un inglese più o meno rafforzato, farebbe meglio ad optare, ad esempio, per un percorso liceale con il programma Cambridge, integrando con summer camp estivi all’estero.

Come ho accennato, l’IB è, inoltre, sempre più amato da scuole e università, tanto che alcune scuole inglesi abbandonano il sistema britannico degli A levels per lanciarsi nell’IB (oppure offrono in parallelo le due alternative). Oggi l’IB è quindi disponibile in centinaia di scuole in tutto il Regno Unito e chi fosse indeciso tra i due percorsi di studio potrebbe leggere il post IB o A – levels quale scegliere?).

 

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Comments

  1. Elisabetta, grazie per l’ottimo articolo, sempre attuale. Ho risolte e parlato direttamente con Francesco, che ringrazio ancora per l’inesauribile disponibilità. Averceli di uomini così forse il mondo sarebbe un pò meno storto! 🙂

  2. Buongiorno, avrei estrema necessità di un vostro parere mio figlio di 14 anni ha frequentato una scuola internazionale fino alla terza media, appena conclusa, non avendo molto le idee chiare l’ho iscritto sia ad una scuola privata italiana con le certificazioni Cambridge, San Giuseppe De merode che alla Marymount international school, ora però devo decidere in quanto devo pagare la non proprio economica retta e mi trovo molto combattuta.
    Mi piace molto il percorso IB ma anche un buon liceo italiano non credo sia male, la mia domanda è: queste scuole così costose offrono veramente un valore aggiunto?
    Purtroppo la scuola che ha frequentato non ci ha proprio soddisfatto ma credo sia più un problema della stessa che dei programmi internazionali!
    Ringrazio chiunque volesse rispondermi sono veramente dubbiosa!

    1. Cara Marta, una serie di premesse, prima di arrivare alla risposta vera e propria. Intanto, un disclaimer: lo ho scritto qui, e altrove, piu’ volte, parlare di queste cose con me e’ come parlare della legge islamica con il Mullah Omar, quindi prendi tutto con spirito critico, nel senso che e’ una verita’, non LA verita’. Sono comunque coerente con le mie premesse, nel senso che i nostri figlioli, da settembre, si trasferiranno dalla scuola internazionale da loro frequentata fino dalla nursery al MYP per poi conseguire, se Dio lo vorra’, proprio l’IB.
      Assumo poi che il discorso sia fatto senza vincoli economici,ovvero che la spesa (indubbiamente considerevole, parlando di Roma) di un IB sia per voi possibile.
      Faccio infine un confronto fra sistemi, e non fra singoli istituti: e’ certo che fra un liceo (non solo italiano, ma) di qualunque paese in cui per avventura insegnassero dei geni – per capirci, una certa scuola elementare ebbe per maestro unico Ludwig Wittgenstein- e un IB di qualita’ modesta, preferirei il primo.
      Tutto cio’ premesso, la mia scelta va senza riserve al programma IB, per tre principali ragioni, che ti sintetizzo:
      anzitutto,
      – la durata quadriennale, in linea con quanto si fa in paesi piu’ avanzati del nostro;
      – i contenuti: inglese, logica, matematica e spirito critico, in luogo della retorica, del principio di autorita’ e delle caterve di compiti a casa e verifiche imperanti nel liceo italiano (greco e latino, in particolare, cosi’ come li concepisce il liceo italiano, sono solo retorica, e neanche di alto livello);
      tutto cio’ e’ solo il presupposto per il terzo piu’ importante punto, ovvero:
      – l’accesso universitario, che e’ lo scopo di ogni liceo: l’IB da’ accesso, in condizione di parita’ con gli studenti internazionali, alle migliori universita’, che (purtroppo, ma si veda la classifica QS) non sono in Italia e non insegnano in italiano.
      Se vorrai approfondire, sono a tua disposizione, sperando di esserti stato non inutile.

      1. Grazie Francesco per la tua risposta, ho cercato di informarmi il più possibile sul percorso IB ed in effetti, spesa a parte, ritengo che sia una scelta ottima di per sè, purtroppo come tu stesso dicevi è difficile sapere a priori la qualità degli insegnanti della scuola prescelta, i risultati dei ragazzi in quella che avrei scelto sembrano confortevoli e anche il numero di quelli che terminano il percorso è considerevole, una delle mie paure infatti è che non riuscendo ad avere risultati con l’IB mio figlio si ritrovi con un diploma americano che per le università italiane, e non solo, non è la cosa migliore.
        Insomma avendoci pensato molto credo che mi sia lasciata poi influenzare dai suggerimenti, spesso non richiesti, di altri genitori che continuamente mi dicono: “Un buon liceo italiano è la cosa migliore!” ” I ragazzi italiani che vanno all’estero hanno una marcia in più!” “L’inglese può sempre studiarlo” ” Un’ora di macchina di distanza rovinerà la sua vita sociale”
        Queste sono solo alcune delle frasi che sento continuamente e credo che per quanto mi ripeta che non devo lasciarmi influenzare mio malgrado ho lasciato che accadesse.
        Ti ringrazio ancora per i tuoi spunti di riflessione che mi hanno riportato forse ad analizzare le cose con più razionalità e meno sentimento.

  3. Ciao a tutti! Qualcuno mi puo’ aiutare a capire la differenza tra AP e IB high school diploma? L’AP high school diploma permette di accedere alle universita’ europee allo stesso modo dell’IB o ci sono delle differenze? Mille grazie! Michela

    1. In breve: i modelli di scuola internazionale più diffusi sono questi:
      1. IB. Lo trovi descritto qui: https://www.educazioneglobale.com/2014/09/cosa-e-e-come-funziona-lib-linternational-baccalaureate-in-parole-semplici/
      2. American Curriculum. Prevede l’esame finale SAT e gli esami Advanced Placement in materie a scelta dello studente (e disponibili nella scuola)
      3. British Curriculum. Termina con gli A levels (vedi qui https://www.educazioneglobale.com/2013/05/ib-o-a-level-qual-scegliere/)

      Se vuoi tenere più porte aperte, specie in Europa, meglio l’IB. Questo non perché gli AP non servano in sé, ma per due motivi:
      a. C’è la tentazione di fare solo poche materie (e anche negli USA 3 AP non bastano per le buone università);
      b. Salvo fuoriclasse che hanno già deciso cosa fare, la possibilità di sbagliare materia (ossia non fare l’AP di chimica e poi scoprire che non puoi fare medicina senza, sto sparando) è altissima.
      Puoi sbagliare a scegliere le materie anche nell’IB ma, dovendone fare di più, si corrono meno rischi di chiudersi delle strade.

  4. Salve a tutti. Sto pensando di mandare mio figlio, che attualmente frequenta la terza liceo qui in Italia, in Inghilterra a fare gli ultimi due anni presso una scuola IB. Mi domandavo cosa succederebbe se dopo il primo anno il ragazzo non si trovasse bene e volesse rientrare in Italia. Il nostro liceo potrebbe riaccettarlo per frequentare la quinta o dovrebbe per forza trovare qui in patria una scuola IB?
    Vi ringrazio anticipatamente per la risposta.

    1. Veronica, dipende da come è partito… per fare una parte o un intero anno all’estero occorre avvertire la scuola di appartenenza, presentare il programma di ciò che si farà al Consiglio di classe etc.. (leggi a questo proposito il mio post https://www.educazioneglobale.com/2016/05/anno-scolastico-allestero-per-gli-studenti-dei-licei-come-funziona/ )
      Se invece parti senza avvertire o dicendo che ti trasferisci all’estero potresti rientrare ma non nella scuola da dove venivi.
      Ormai vedo che ciascuna scuola ha una o più Circolari che disciplinano la mobilità internazionale. Te ne linko una di una scuola romana, tanto per avere una idea https://www.iistommasosalvini.gov.it/circolari-polo-liceale/2448-circ-35-mobilita-studentesca-internazionale
      E’ a questa che devi far riferimento per avere un “piano B”, dunque devi trovare le analoghe disposizioni della scuola di tuo figlio.

  5. Buongiorno
    Mio figlio anno 2002 è iscritto al 3° anno di liceo scientifico.
    L’anno scorso è riuscito ad ottenere una borsa di studio con associazione Intercultura e da agosto 2018 fino a giugno 2019 si trova all’estero dove sta frequentando la scuola e sta facendo una magnifica esperienza di vita.
    Il terzo anno gli verrà convalidato e dovrà frequentare il 4°anno nell’anno scolastico 2019-2020
    Mio figlio vorrebbe completare il 4 e 5 anno in una scuola dove si studino tutte le materie in inglese.
    Una soluzione potrebbe essere il biennio IB … ho provato ad informarmi sul bando di concorso UWC Collegio del Mondo Unito ma bisogna fare delle selezioni con la presenza … e mio figlio non le può fare in quanto si trova all’estero e rientra a fine giugno 2019.
    Ho trovato anche un bando per borse di studio IB della scuola internazionale di Torino … ma anche questo non è percorribile in quanto oltre alle selezioni con la presenza … vi è bisogno della residenza a Torino.
    Vorrei trovare altre scuole che offrono borse di studio in quanto non mi posso permettere di iscrivere mio figlio ad una scuola internazionale IB a pagamento.
    In alternativa sto cercando un liceo scientifico statale internazionale con annesso convitto in cui mio figlio possa completare gli studi (4° e 5° anno) con un percorso formativo in inglese, con l’ottenimento delle relative certificazioni CAMBRIDGE o A-LEVELS o altre in modo tale che possa iscriversi ad università estere.
    Riuscite a darmi delle indicazioni in modo tale da non sbagliare?

    1. Giuseppe, i programmi IB sono molto costosi (anche per chi li offre!). In UK ci sono delle scuole dove si entra per selezione e non si paga la tuition, ma comunque anche se prendessero tuo figlio il boarding ti costerebbe quanto una scuola internazionale in Italia.
      Puoi provare con la Grazia Deledda di Genova http://genoaschool.eu/ che certamente costa meno di una scuola IB in città come Roma o Milano e che tiene conto dell’ISEE.
      Detto ciò, anche nei licei italiani statali che adottano i programmi Cambridge si finisce per spendere dei soldi in contributi ed esami IGCSE o As levels, certo molto meno che nelle scuole internazionali, ma è solo per dire che la conoscenza costa (del resto, sota anche l’ignoranza, come diceva il rettore di Harvard o chi per lui https://quoteinvestigator.com/2016/05/03/expense/).
      Quanto all’iscrizione in università estere si può fare anche con il voto di maturità italiana, un otttimo inglese (se si sceglie un corso in inglese) dimostrato con un esame IELTS passato con alto punteggio a ridosso della procedura di admission. Dipende molto dal paese prescelto e dall’indirizzo di studi. Leggi i vari post che ho scritto nella sezione Università di questo sito web, sia sull’accesso ad Università del Regno Unito che in Olanda

  6. Buongiorno
    Mio figlio anno 2002 è iscritto al 3° anno di liceo scientifico.
    L’anno scorso è riuscito ad ottenere una borsa di studio con associazione Intercultura e da agosto 2018 fino a giugno 2019 si trova all’estero dove sta frequentando la scuola e sta facendo una magnifica esperienza di vita.
    Il terzo anno gli verrà convalidato e dovrà frequentare il 4°anno nell’anno scolastico 2019-2020
    Mio figlio vorrebbe completare il 4 e 5 anno in una scuola dove si studino tutte le materie in inglese.
    Una soluzione potrebbe essere il biennio IB … ho provato ad informarmi sul bando di concorso UWC Collegio del Mondo Unito ma bisogna fare delle selezioni ed essere presenti alle stesse … e mio figlio non le può fare in quanto si trova all’estero e rientra a fine giugno 2019.
    Ho trovato anche un bando per borse di studio IB della scuola internazionale di Torino … ma anche questo non è percorribile in quanto oltre alle selezioni con la relativa presenza vi è bisogno anche della residenza a Torino.
    Vorrei trovare altre scuole IB che offrono borse di studio in quanto non mi posso permettere di iscrivere mio figlio ad una scuola internazionale IB a pagamento.
    In alternativa si potrebbe pensare ad un liceo scientifico statale internazionale con annesso convitto in cui mio figlio possa completare gli studi con un percorso formativo in inglese, con l’ottenimento delle relative certificazioni CAMBRIDGE o A-LEVELS o altre che li possa dare la possibilità di iscriversi anche ad università straniere.
    Qualcuno mi può dare delle indicazioni in modo tale da non sbagliare?
    Rimango in attesa di un gentile riscontro.
    Giuseppe

    1. Caro Giuseppe, quel che tu chiedi non e’ facilissimo: provo a darti non una soluzione, ma alcuni spunti.
      Intanto, una domanda ovvia. E’ proprio sicuro che il tuo figliolo non puo’ presentarsi alle selezioni per gli istituti che hai indicato? Prenontando per tempo (le date sono note!) potrebbe essere meno costoso e difficile di quel che sembra.
      Detto questo, io mi approccerei al problema in ordine inverso, ovvero tenendo presente il risultato finale, l’iscrizione ad un’universita’ straniera, presumibilmente di livello.
      La buona notizia e’ che per far questo il “pezzo di carta” non e’ necessario. Ovvero, l’universita’ straniera, mettiamo Oxford, tanto per concretizzare, mi iscrive sia con il diploma IB, sia col diploma italiano. Il punto e’ un altro, ovvero i contenuti. E’ necessario anzitutto che io abbia conseguito un certo voto finale, e tenendo presente che l’UCAS non distingue fra istituto e istituto, un diploma italiano puo’ favorirci. Voglio dire: un voto alto all’IB, che e’ armonizzato su scala mondiale, non e’ facile da ottenere. Un 98 o un 100 alla maturita’ italiana me lo posso anche andare a prendere in una sede “facile”, perche’ l’amministrazione straniera non guardera’ quest’ ultimo aspetto: per lei, un 100 e’ un 100, ovunque io lo consegua.
      In secondo, e ben piu’ importante, luogo servono i contenuti: la mia preparazione deve essere a un certo livello. Anzitutto, l’inglese: si richiede un C1 IELTS (non C1 Trinity, o Bulats o, peggio, C1 di ateneo italiano), che per chi ha il diploma IB si considera, di regola, compreso nel titolo. Ma di regola, non d’obbligo: la singola universita’, vedendo che dell’IB hai fatto solo i due anni finali potrebbe chiederti lo stesso una certificazione. Poi, tutto il resto. Qui, ti devo dar ragione. I miei figli seguono il corso IB alla H Farm International: io amo le espressioni teatrali, e devo dire che il loro modo di far scuola sta alla tradizionale scuola italiana (pubblica, ma non solo: penso alle varie scuole religiose, che a qualcuno piacciono tanto) come una divisione corazzata sta alle vecchie brigate di lancieri. A questo punto, che fare? prova a informarti presso i vari istituti italiani che offrono l’IB (non molti, purtroppo), e magari comincia da H Farm, che ha il convitto, e dalla EISP di Padova, ove alcuni allievi alloggiano in pensionato universitario. I prezzi non sono ai livelli di Roma o Milano (anche se ignoro quale sia il tuo budget) e trattandosi di istituzioni private un aiuto per un capace e meritevole non richiederebbe particolari formalita’. L’ alternativa, per quanto ho detto non impraticabile, e’ frequentare una scuola statale integrando la propria preparazione: se si trova un docente che ci crede, e’ possibile (non e’ un’ipotesi assurda: la scuola statale ha molti docenti buoni e anche ottimi, il problema e’sistemico, ma qui si entra in un altro discorso). In bocca al lupo, e se serve qualcosa, sono qui.

    2. Giuseppe, a Genova c’e’ l’unico IB “non privato”. E’ di una fondazione Fulgis a partecipazione del Comune. Paghi una quota in base all’isee. Se ti interessa è il DIS:

  7. Buonasera a tutti,
    abbiamo appena deciso (stiamo facendo il processo di admission) di iscrivere a settembre i nostri due bambini in grade 3 e grade 4 alla scuola internazionale di Torino. I bambini hanno un ottimo inglese perché abbiamo avuto una nanny native speaker per 7 anni, daranno a giugno il movers e il flyers, e leggiamo da anni i libri ORT.La scuola, fondata ne ’63 come scuola americana, è accreditata per il PYP e MYP dal 2006, e per l’IB da prima, mi pare. Hanno la parità scolastica , e fanno fare il programma di italiano ministeriale ai madrelingua italiani, nonché l’esame di terza media a chi lo desidera.Il prossimo controllo IBO sarà nel 2021.Ora, a noi sembra una scuola seria, ma tutti, dico tutti, ci dicono che è una scuola che non prepara, che usciranno con gravi lacune di italiano, che i bambini non recupereranno mai più quello che non avranno imparato non frequentando una pubblica italiana, che chi ha messo lì i figli poi li ha tolti…Ora, visto che due rette piene sono molto impegnative, mi viene il dubbio forte di fare una scelta in cui, oltre a spendere tanto, danneggiamo i nostri figli. Mi sto arrotando da sola nei miei pensieri? Grazie.

    1. Ciao, secondo me stai facendo benissimo, comunque vorrei darti due elementi in più che, magari, possono rasserenarti e darti la sensazione di avere un “piano B”.
      Il primo elemento è che nelle scuole internazionali è più difficile entrare che uscire. Se dopo un biennio dovessi essere poco soddisfatta puoi sempre ripostare i figli alla scuola italiana a fine ciclo. Il secondo elemento è che conosco moltissimi ragazzi, sia liceali che universitari, che hanno fatto scuole in parte internazionali e in parte italiane, senza particolari danni. Molti genitori hanno preferito la combinazione scuola dell’infanzia e primaria internazionale e scuola media e superiore italiana. Personalmente non è necessariamente una scelta che consiglio, in special modo quando, come nel caso della scuola di Torino che menzioni, ti viene offerto comunque un certo monte ore di lingua e cultura italiana.
      Poi ti dico questo: qualcunque cosa farai qualcuno ti criticherà, quindi preparati a rispondere con serenità alle aggressioni. Qualcuno ti dirà che i tuoi figli ignoreranno Cecco Angiolieri o trascureranno Foscolo; altri diranno che l’inglese si impara anche in altri modi (e tu dovrai pazientemente spiegare che la lingua è un mezzo e non è il tuo – solo – fine).

  8. Gentile signora Valeria, sono l’autore dell’articoletto che trova in questo sito, e forse ha gia’ letto, “Scuola internazionale:in papa’ racconta”, e la voglio tranquillizzare.
    Sicuramente spendera’ molto, ma altrettanto sicuramente fara’ del gran bene ai vostri figlioli!
    Parlo intanto per esperienza personale, perche’ i due bischerelli di cui si parla in quell’articolo, ossia i nostri gemellini,ora sono cresciuti, frequentano la MYP3 del corso International Baccalaureate e, con l’aiuto di Dio, proseguiranno fino al diploma IB finale. Giorno per giorno, vediamo una scuola moderna, che insegna loro ad essere proattivi, a organizzarsi in modo autonomo, a porsi e a porre domande, tutte cose che, a mio avviso, sono essenziali per affrontare il mondo contemporaneo.
    Non ho la pretesa di conoscerle tutte, ma questo tipo di approccio non lo ritrovo ne’nella scuola statale, ne’ in quella paritaria, che di fatto coincide con la scuola religiosa cattolica; vedo invece programmi vecchi, ma soprattutto un approccio autoritario e dommatico, in cui a scuola si fanno le “verifiche” e a casa si china il capo su caterve di compiti che spesso -e’ il caso dei compiti per (rovinare) le vacanze- nemmeno vengono corretti.
    In una scuola IB l’italiano si fa, eccome: la nostra MYP3, equivalente della III media, va ad affrontare le prove INVALSI e l’esame di stato, che prepara come progetti esterni, e i risultati sono di assoluto ottimo livello, confermati dal fatto che l’italiano loro lo studiano e lo sanno veramente.
    Se volete maggiori particolari, sono qui: ho scritto piu’ volte che parlare di queste cose con me e’ come discutere della sharia con il Mullah Omar, vi confermo solo che della scelta e del denaro speso non vi pentirete.

  9. Grazie Eisabetta e Francesco per i vostri gentili feedback.In effetti abbiamo deciso questo cambio per 3 ragioni:

    – la nanny ci ha lasciati, quindi, non volevamo perdere tutti i traguardi raggiunti con fatica;

    – i nostri bambini iniziavano a soffrire la didattica molto tradizionale ex-cathedra della pubblica in cui siamo ora: in terza, il grande, quest’anno, si è praticamente studiato a memoria da solo tutto i sussidiario, storia, scienze e geografia, man mano che le pagine venivano assegnate. Ha preso sempre 10, per carità, però boh, il valore aggiunto di tutto ciò?Lui è stato certificato dall’AISTAP come plusdotato, è molto “trafficone”, sempre lì a costruire e progettare qualcosa, mi sembra che in questa nuova scuola internazionale avrebbe la possibilità di un apprendimento più dinamico, magari personalizzato per uno come lui che, come ci dice la psicologa che lo segue, è proprio a volte su un altro piano rispetto ai coetanei.Continuare a studiare pagine a memoria o frasi di analisi grammaticali a valanga, non so, abbiamo paura che poi si stufi e per reazione abbia poi un rifiuto dello studio, perciò, l’internazionale ci sembra un’alternativa didatticamente diversa e più adatta a lui;

    – la scuola ha un campus molto bello, dove potrebbe fare attività extra coi compagni, e l’inglese uscirebbe dall’albero di “quella cosa che si fa a casa” per diventare forse sperabilmente lingua viva di scambio con coetanei.

    Quindi, per molti, siamo due snob che manderebbero i figli in un posto dove si divertirebbero solo molto, imparerebbero solo l’inglese e per il resto uscirebbero “capre” (cito testuale) scolasticamente.

    Qualche paura tra tutti ce l’hanno fatta venire.

    Comunque, andiamo avanti e attendiamo il responso sul’ammissione. Grazie ancora.

  10. La mia esperienza: scuola pubblica e inglese, poi tedesco, privatamente e parlati con me, senza esagerare. Ora mio figlio ha 15 anni.
    Che dire. La scuola italiana appare vetusta nei programmi e nei metodi, che sono quelli descritti (e rifuggiti) da Francesco. C’è inoltre la questione fortuna o sfortuna che ogni anno decide il destino con il cambio di docenti, sezioni rimescolate, etc. Alla fine, ciò che dà in “più”, al di là di Parini e Alfieri, è proprio il “meno”: l’immersione di realtà italica dove bisogna cavarsela in mezzo a difficoltà assurde e spesso immotivate. Pagando un prezzo piuttosto alto in termini anche di serenità familiare.
    Io ho fatto questa scelta pensando che una situazione di “apartheid” non fa mai bene, ma il mio consiglio è di provare con la scuola internazionale. I ragazzi sono ancora piccoli e pienamente in tempo per cambiare rotta se non dovesse funzionare. Può anche darsi che vada bene per uno e non per l’altro. Il carattere di ogni bambino/ragazzo fa una differenza enorme.
    Spero di non essere sta troppo invasiva. In bocca al lupo!
    Un saluto a tutti.

  11. Elisabetta buon giorno. Ho un figlio in prima media, e pensiamo, genitori e insegnanti, che sia portato per seguire un percorso scolastico internazionale.

    Mi potrebbe indicare un liceo bilingue nell’area di Milano che si avvicini come metodi e filosofia educativa alla scuola di Duino per il quarto e quinto anno, oppure che offra la migliore preparazione per provare quando verrà il momento le selezioni per questa scuola?

    Grazie mille se potrà darci indicazioni.
    Un saluto a tutti.

    1. Ciao Marco,
      sono varie in Italia le scuole che offrono il percorso IB, ma certo non a titolo gratuito. In questo post trovi l’elenco di tutte le scuole internazionali in lingua inglese in Italia https://www.educazioneglobale.com/2016/02/le-scuole-internazionali-in-lingua-inglese-in-italia/
      molte delle quali hanno l’IB alle superiori. Troverai anche quelle di Milano e dintorni.
      Per prepararsi ai test dei Collegi del Mondo Unito penso servano un’ottima media dei voti del primo biennio liceale e tanta motivazione a fare una esperienza internazionale. La motivazione, però, la deve mostrare tuo figlio. Voi genitori potete solo perlargli di questa esperienza. Leggiti anche questo post
      https://www.educazioneglobale.com/2018/05/una-scuola-superiore-internazionale-e-gratuita-e-possibile-nei-collegi-del-mondo-unito/
      ciao
      Elisabetta

  12. Buonasera, mia figlia, 16 anni, ha appena tentato l’avventura dei Collegi del Mondo Unito ma non ha superato la selezione. La delusione per lei è cocente, e stiamo cercando una soluzione alternativa: un liceo all’estero con metodo IB e filosofia simile a quella UWC . Potete aiutarci ? E se dovessimo limitarci a valutare un normale liceo IB, come orientarci nella scelta tra i tanti sparsi nel mondo? E volendo valutare anche la spesa, sapete se in qualche casocsono previste borse di studio parziali?
    Grazie

    1. Esistono in UK le State boarding schools https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_state_boarding_schools_in_England
      dove se si riesce ad entrare si paga solo il boarding. Aspettati comunque di pagare circa 15.000 sterline l’anno per il boarding. Solo che non so come si mette ora con la Brexit, quali saranno i requisiti per cittadini UE? E le fees? Forse meglio optare per la Scozia o l’Irlanda?
      Il fai-da-te è possibile ma se hai problemi ti consiglio di contattare una educational consultant. Io a Roma conosco Beatrice Cito Filomarino che fa questo lavoro, le puoi scrivere a nome mio http://www.educationalconsultants.it/beatrice-cito-filomarino.html
      Ovvviamente è un servizio per cui si paga, fin dalla prima interview, ma se è necessario sono soldi ben spesi.

  13. Grazie dell’approfondimento mi è stato molto utile, mi chiedevo se fosse possibile sostenere questo esame da privatisti ,
    nel caso ad esempio di un ragazzo che studia “homeschooling”, ed eventualmente come e dove.
    Grazie, Stefania

    1. Ciao Stefania. l’IB è un programma articolato che dura due anni, con alla fine vari esami. Quelli scientifici vanno preparati in laboratorio. Onestamente non conosco nessuno che abbia sostenuto l’IB da privatista. Non è un programma che puoi costruire solo sui libri. Ti devi organizzare per i laboratori, il volontariato, le attività artistiche etc.. Però, magari, mi sbaglio io e la cosa è possibile. Io ti consiglio di contattare direttamente l’IBO, ossia l’organizzazione internazionale dell’IB che ha sede a Ginevra e porre il quesito a loro.

  14. Affermare una tal cosa: “l’unico modello o standard educativo pensato per formare i futuri cittadini del mondo globale e non di un singolo Stato Nazionale” in merito a questo programma evidentemente improntato su modello occidentale e in particolare anglocentrico, denota chiare lacune in ambito antropologico, sociologico e filosofico, alla faccia dell’educazione globale, qualunque cosa possa mai significare.
    E niente, dovevo per forza commentare questa evidente contraddizione perché identificare mondo=Occidente (anglosassone) è una riduzione che diventa ogni giorno più pericolosa dato il declino dell’ egemonia USA… al di là di questo comunque dovremmo seriamente darci una svegliata e smetterla col considerarci lo standard universale di tutto

    1. E’ una giusta osservazione, anche se faccio notare che l’IB è nato a Ginevra, dunque non nasce proprio anglocentrico ma “pesca” un po’ da tutti i sistemi di istruzione europei.
      Però l’Europa e l’Occidente non sono il mondo, su questo concordo.
      Sono certa che l’Occidente non è lo standard universale di tutto, ma preferisco comunque vivere in questa parte di mondo, che ha inventato la democrazia.
      Dopodiché la locuzione “Educazione Globale” è un’iperbole, ovviamente.
      Tornando all’IB, non so se esista un altro programma di istruzione che travalichi il singolo Stato-nazione, non mi risulta che vi sia in Asia, in Africa o in Sudamerica, uno standard comune ma magari scopriremo che c’è.

    2. Per rimanere in tema di modelli educativi, lei, signora o signor Mare, quale programma scolastico consiglierebbe a chi intende orientarsi verso un’apertura internazionale?

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