Scuole alternative, scuole libertarie, scuole esclusive, scuole innovative. A seconda dei casi, si possono definire in modo diverso. Il fatto è che il mondo è pieno di scuole “particolari”, alcune inarrivabili ma, comunque, da tenere d’occhio per chi è interessato ad applicare la teoria Schumpeteriana della distruzione creatrice…
Anche in tema di education, infatti, si può ripartire da zero e ripensare in modo totale quell’istituzione che noi chiamiamo scuola.
Lo affermava in una famosa TED Talk Ken Robinson: l’istruzione scolastica va totalmente ripensata, sia perché tende a premiare solo alcuni talenti (il pensiero logico-matematico, ad esempio) a scapito di altri (la creatività e l’espressione artistica), sia perché nasce per un mondo, il mondo della rivoluzione industriale, che è profondamente mutato.
A ben vedere qualche esempio di scuola “diversa” c’è anche in Italia e ve ne sono anche di pubbliche e gratuite, ma ne scriverò un’altra volta. Quelle che ho selezionato per questo post sono le scuole più strane del mondo ed alcune sono anche le più belle del mondo.
La prima è una scuola mozzafiato. Si chiama Green School e sta a Bali (la vedete nella foto in alto). Non ha muri ed è fatta di bambù. A dividere gli spazi solo tende. La scuola segue il programma di studi britannico (lingue ufficiali l’inglese e l’indonesiano), ma ha anche una sua ulteriore “missione”: insegnare agli alunni l’ecologia, il rispetto per l’ambiente, l’uso di energie alternative. Quattrocento studenti tra i 3 e i 18 anni, in mezzo alla jungla. La Green School è l’unico posto al mondo dove puoi stare a scuola con i piedi nudi nel fango e le dita su un tablet. Alla Green School, infatti, puoi imparare ad accendere un fuoco o a coltivare la verdura, ma anche la tecnologia ha il suo spazio. Questa scuola unica al mondo non costa neanche molto più di una scuola internazionale, ho fatto un rapido calcolo che si tratta di circa l’equivalente di diecimila euro l’anno per la scuola primaria. Tantissimo rispetto all’istruzione pubblica che è semi-gratuita, ma meno di quanto costa una scuola britannica in città come Milano o Roma. Inoltre Green School offre borse di studio ai bambini locali meno abbienti. Un’altra parte importante della filosofia di Green School è l’apprendimento imprenditoriale, mediante momenti di progettazione intensiva, solitamente connessi con l’ambiente. Invito tutti a sognare ad occhi aperti guardando le foto mozzafiato della Green School e i numerosi video sulla didattica postati online. Ora sapete dove sta la scuola perfetta!
Costa cifre da capogiro, ma è davvero la scuola dell’Educazione Globale: si tratta di una high school per ragazzi/e tra i 15 e i 18 anni e si chiama ThinkGlobalSchool. Fondata nel 2010, la sua missione è quella di creare la prossima generazione in vista di un nuovo cambiamento globale. Il suo approccio multiculturale e cosmopolita non è solo uno slogan. E’, infatti, una scuola pioneristica non ha una sede perché le lezioni si svolgono in tre paesi diversi ogni anno, un po’ come facevano i ricchissimi nobili dal 1600 in poi che andavano in giro per il grand tour d’Europa, accompagnati dal precettore.
Il gruppo di studenti è composto da 45 adolescenti tra i 15 e i 18 anni provenienti da oltre 28 paesi diversi. Ogni semestre, gli insegnanti e gli studenti cambiano luogo. Vivono e fanno lezione in India, Costa Rica, Grecia, Botswana, Giappone, Nuova Zelanda, Svezia o Italia. Ogni trasferta prevede prima una settimana di preparazione online per poi immergersi nella vita del paese ospitante, dove si trascorrono sette settimane svolgendo esplorazioni, esperimenti, conferenze. Di paese in paese gli studenti si concentrano sul luogo in cui stanno, ne studiano monumenti, arte, storia e abitudini, partecipano ad attività di volontariato e a cerimonie religiose. Fanno biologia marina alle Galapagos e storia dell’arte a Roma. Fare la scuola così è un po’ costosetto e questa scuola costa la cifra astronomica di 80 mila euro l’anno. Una follia, da un lato, ma se si considera che alcune scuole private di Manhattan ne costano più di 50.000, almeno ThinkGlobalSchool offre un’esperienza veramente fuori dall’ordinario, ed include nella cifra lezioni, vitto e alloggio, viaggi, costi di assicurazione.
Tutt’altro clima si respira alla AltSchool, nata nel 2013 a San Francisco in California (ma ora ha campus anche a Brooklyn e a Palo Alto). Una scuola “silicon valley style”: i ragazzini imparano a utilizzare fin da subito le tecnologie digitali, i linguaggi di programmazione e quelli di grafica e modellazione tridimensionale. Dotata di una piattaforma per personalizzare l’apprendimento e semplificare le attività scolastiche, AltSchool offre ambienti di apprendimento di età mista in cui la tecnologia aiuta gli educatori a creare conoscenze personalizzate ed esperienze di apprendimento basate sui bisogni del singolo bambino. I bambini imparano principalmente attraverso progetti indipendenti piuttosto che seguendo istruzioni dirette. La piattaforma digitale tiene traccia delle lezioni e delle attività seguite dagli studenti mediante una sorta di playlist. Per capire meglio come funziona la didattica è interessante leggere questo articolo del New Yorker.
La scuola più misteriosa del mondo ha un nome latino e un fondatore americano ma di origine sudafricana.
Il nome è Ad Astra, verso le stelle, e il suo fondatore è uno che verso le stelle sta cercando di andare. E’ Elon Musk, il cofondatore di PayPal e di Tesla e fondatore di Space X, l’azienda aerospaziale statunitense che ha mandato un razzo verso Marte proprio qualche giorno fa. Il co-fondatore di Ad Astra è Joshua Dahn, che ha una vasta esperienza di formazione specialistica, in scuole per bambini plusdotati in California. Se però non inserisco il link al sito della scuola c’è un motivo: Ad Astra è una scuola segretissima, quel poco che se ne sa è trapelato sui giornali americani, divulgato sui social network bene informati come Quora) e rimbalzato per la stampa di tutto il mondo.
Ad Astra ha aperto nel 2014 ed è composta da una trentina di bambini (tra cui i 5 figli di Musk), è una scuola senza divisione di età e senza gradi scolastici, dove sostanzialmente si impara a risolvere problemi attraverso dei “gameplay” fondati su situazioni reali, che bambini e ragazzi devono risolvere in gruppo o singolarmente. La risposta non viene mai data prima e non c’è una risposta giusta, secondo il principio che il modo migliore di capire come è fatto un motore è quello di smontarlo.. così si studiano i problemi etici relativi allo sviluppo dell’intelligenza artificiale o i modi in cui si può favorire lo sviluppo economico ma non inquinare il pianeta. Niente calligrafia ma anche meno tempo davanti agli schermi: per una scuola fondata da un imprenditore high tech è sorprendente ma i dispositivi elettronici non svolgono un ruolo importante nella vita scolastica di Ad Astra.
Solo nel tempo vedremo se queste scuole partoriranno qualche premio Nobel, come la famosa Stuyvesant di cui ho scritto alla fine di questo post.
Infine chiudo con la più strana università americana che ho mai incontrato. Ne scriveva l’Economist qualche settimana fa (è sempre bello leggere l’Economist!), si chiama Deep Springs e sta in Sierra Nevada ed è una università dove, oltre lo studio, si lavora anche nella annessa fattoria..
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Gentili colleghi,
se mi permettete un intervento semiserio,temo che il vero target della Think Global siano i genitori ansiosi, per i quali la parola “adolescenza” suona un po’ come il grido “al fuoco” in un deposito di benzina…
Se ci pensate, la scuola ideale: il giovanotto va in giro per il mondo, quindi non vi rompe l’anima a casa; cambia poi sede ogni sette settimane, e quindi il rischio di interazione con persone sconosciute e potenzialmente destabilizzanti e’ minimo. La morosa, o il moroso, mal che vada, li troveranno fra i compagni, e quindi per definizione fra soggetti ben selezionati…
A questo punto, fate uno sforzo, fate arruolare il pupo nella Legion Etrangere. Il risultato e’ su per giu’ lo stesso, vi sono anche materie aggiuntive (tiro col fucile, paracadutismo…) e vi pagano pure!
Caro Francesco, si vede che sei un padre italiano! 🙂 I genitori americani mandano i figli di 7 anni ai camp residenziali per due settimane. Tempo che ne hanno 17 fanno i camp councelors per tutta l’estate. Figuriamoci se si fanno il problema di mandarli fuori dal secondo anno di High School…
Ho scoperto il tuo blog solo oggi, Elisabetta.
A giudicare dagli interventi non deve essere semplice spiegare certi concetti al pubblico italiano. 🙂
Scherzo, anche se nell’ironia c’è sempre un filo di verità, altrimenti non ci farebbe sorridere.